Siamo polvere di stelle

L'INCARNAZIONE LOCALE DI UN COSMO CRESCIUTO FINO ALL'AUTOCOSCIENZA

by Marco Sergio Erculiani

Spesso la vita frenetica impedisce al nostro cervello di pensare. Di scavare. Di meditare. Di andare alle origini di ciò che siamo. Prendetevi un attimo di tempo e pensate. Assaporate l’aria che vi circonda con tutti i sensi. Annusatela, accarezzatela, osservatela, ascoltatela. Sentite come l’universo vi guarda dal di fuori e meditate.

Il maestro Yoda diceva: “esseri luminosi siamo noi, non questa materia grezza”. Ed in effetti è proprio così. Per questo dobbiamo essere consapevoli che siamo esseri importanti ed unici.

Il nostro corpo è interamente composto da atomi. Nell’universo gli elementi si formano a partire da atomi semplici e via via vengono costruiti elementi sempre più complessi. Ciò che abbiamo è solo in prestito. Compresi noi. E come noi le stelle si formano e muoiono, arricchendosi durante la vita e restituendo ciò che di bello hanno prodotto alle generazioni future. Ognuno di voi è composto per circa il 73% da elementi forgiati all’interno delle stelle, in quella fucina astrale che è l’universo.

Quando una stella arriva alla fine della sua esistenza espelle gli strati più esterni, quelli che non servono più, soffiando via parte degli elementi che ha prodotto e ridonando il resto all’universo attraverso le esplosioni di supernovae, che disperdono il frutto di una vita di reazioni termonucleari nello spazio. Questi elementi, sospesi nel gas che poi si raffredda, vanno a formare nuove stelle. E’ il ciclo della vita. Queste stelle daranno origine a pianeti con parte di questi elementi e, se il caso vuole, su quel pianeta si svilupperà la vita. Proprio come è successo qui, sulla nostra Terra. Con gli stessi elementi si è formato anche l’uomo. Le stelle sono dentro di noi: L’azoto nel nostro Dna, il calcio nei nostri denti, il ferro nel nostro sangue e il carbonio nella nostra torta di mele, i monili che indossiamo, così come i peli del nostro gatto che poltrisce sul divano, il divano stesso e la carta, o lo schermo, sul quale state leggendo questa storia.

I miliardi di miliardi di atomi che li compongono sono materia intergalattica che ha percorso centinaia di migliaia di anni luce e infine si è riunita, compressa dalla sua stessa gravità. All’interno di noi ci sono alcuni elementi che provengono direttamente dalle prime fasi della storia dell’universo. Il nostro corpo ne è formato per il 9,5%, come l’idrogeno, l’elio ed il litio. Il 16,5% della nostra essenza è invece il risultato di atomi prodotti dalla morte di stelle di piccola dimensione, come il nostro Sole, e dispersi sotto forma di quelle meravigliose nubi di gas che sono le nebulose planetarie. Infine, l’1% di noi è il risultato dell’esplosione di nane bianche. Anche esse, alla fine della loro vita restituiscono il loro tesoro al cosmo. Questo processo va avanti da più di 13 miliardi di anni. È curioso come vita e morte siano parte di noi fin da quando nasciamo e come dalla morte si generi nuova la vita. Sulla terra come anche nell’universo.

Vediamo il passato nel cielo ma viviamo nel presente qui, sulla Terra. Siamo come gocce all’interno del mare, fatte esattamente della stessa materia di cui esso è composto, inspirando ossigeno ed espirando anidride carbonica ogni 5 secondi. Siamo come i fili di un grande arazzo, identità distinte che compongono assieme un quadro meraviglioso. I nostri occhi contengono più atomi di tutte le stelle presenti nell’universo conosciuto. Ed ogni volta che osserviamo il cielo, persi all’interno dell’infinitamente invisibile, la luce di ogni oggetto che lì è presente ci dona la magia di viaggiare indietro nel tempo, mentre noi viaggiamo attorno al centro della nostra Galassia a 220 chilometri al secondo.

E mentre facciamo un giro di giostra attorno alla Galassia, il nostro sistema solare va leggermente su e giù rispetto al piano galattico, cullandoci in questo dolce viaggio che ci porta ad incontrare nubi molecolari ed altra polvere di stelle che ricade al ritmo di 400mila tonnellate all’anno su di noi. In pratica siamo l’universo che contempla sé stesso.

Noi siamo l’incarnazione locale di un Cosmo cresciuto fino all’autocoscienza e abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine, come diceva Carl Sagan.

Marco Sergio Erculiani

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