Per la pura osservazione visuale dei pianeti, come giudicate il riflettore Newton Sky-Watcher N 150/1200 Explorer 150PL?
E confrontato con il rifrattore Acro 150/750?
In generale a quale rifrattore (semi-) APO si potrebbe paragonare per la visione dei particolari planetari (penso a particolari un po’ ostici come le WOS ecc.)?
Risposta di Walter Ferreri
Il Newton Sky-Watcher Explorer 150 PL è uno strumento senz’altro adatto all’osservazione visuale dei pianeti, anzi è probabilmente il migliore tra quelli nella sua categoria di prezzo. Confrontato con l’acromatico 150/750 della stessa ditta esibisce prestazioni analoghe, con il vantaggio di non soffrire di residuo di aberrazione cromatica. Il rifrattore, dal canto suo, mostra in generale una minore sensibilità alla turbolenza atmosferica. Però aggiungiamo doverosamente che un rifrattore da 15 cm a f/5 non è concepito per l’osservazione planetaria, compito sul quale è più versata la versione a f/8. Comunque, anche il modello a f/8, cioè il 150/1200, è bene usarlo con un apposito filtro per la correzione del residuo di aberrazione cromatica.
In generale il Newton che ha considerato, per l’osservazione dei dettagli planetari, è paragonabile a rifrattori ED o apocromatici sui 10-11 cm di diametro, che però sono molto più costosi del Newton. E’ stato fatto presente che, in linea di massima, sui pianeti, un riflettore rende come un rifrattore dello stesso diametro meno quello dell’ostruzione. Ci spieghiamo meglio. Se un Newton da 15 cm ha un’ostruzione di 3,5 cm rende (sulla visione dei dettagli planetari) come un rifrattore da: 15 – 3,5 = 11,5 cm. Questo criterio è stato indicato per rifrattori acromatici, sia pure a lungo fuoco. Per gli ED e gli apocromatici, grazie alla loro maggiore purezza delle immagini, si può considerare un qualcosa in meno, ad esempio moltiplicando la misura dell’ostruzione per 1,3. Nel caso sopra si ottiene: 15 – 3,5×1,3 = 10,5 cm.