I cambiamenti climatici e la storia dell’uomo

by Marco Sergio Erculiani

La storia dell’uomo è stata da sempre legata ai cambiamenti climatici della Terra. Ovviamente, come più di qualcuno ha detto, siamo soltanto ospiti su questo meraviglioso mondo. L’avvicendarsi delle varie ere geologiche e i cambiamenti climatici avvenuti sulla Terra hanno profondamente influenzato l’evoluzione di ogni essere vivente, e noi non facciamo eccezione.

I cambiamenti astronomicamente forzati di temperatura, precipitazioni e produzione primaria netta terrestre hanno avuto un impatto importante sulle distribuzioni osservate delle specie di ominidi.

Uno studio di un gruppo internazionale guidato dall’Istituto per la Scienza di Base (Ibs) della Corea del Sud, e a cui partecipano anche Pasquale Raia dell’Università Federico II di Napoli e Alessandro Mondanaro dell’Università degli Studi di Firenze ci ha fornito una solida statistica, raccogliendo il più completo database di resti fossili e reperti archeologici degli ultimi 2 milioni di anni.

Durante il Pleistocene inferiore, gli ominidi si stabilirono principalmente in ambienti con debole variabilità climatica su scala orbitale. Questo comportamento cambiò sostanzialmente dopo la transizione del Pleistocene medio, quando gli antichi esseri umani divennero nomadi globali e si adattarono a una vasta gamma di gradienti climatici spaziali. I risultati mostrano che le specie più antiche, come Homo erectus, Homo ergaster e Homo habilis, dal momento che vivevano in climi stabili, non hanno avuto necessità di cambiare i loro habitat, mentre le specie più recenti, come Homo heidelbergensis, Homo neanderthalensis e Homo sapiens, si sono dovuti adattare a cambiamenti climatici più marcati. E quando questo non è stato possibile, l’evoluzione ha fatto in modo di favorire gli organismi più promettenti selezionando le caratteristiche che meglio si adattavano ai tempi, come è accaduto con l’heidelbergensis, sostituito dal sapiens in Africa meridionale e dal neanderthalensis in Eurasia fra 300 e 400 mila anni fa. I rami laterali verso l’Africa nord-occidentale, la retro-propagazione, le dispersioni multiple, gli incroci e la successiva speciazione hanno poi complicato ulteriormente. il quadro.

Ovviamente i computer hanno aiutato questa ricerca. Grazie a uno dei supercomputer più veloci dell’Ibs, chiamato Aleph, è stato possibile elaborare i modelli climatici generando 500 terabyte di dati. Questa è la prima simulazione continua con un modello climatico all’avanguardia che copre la storia ambientale della Terra degli ultimi 2 milioni di anni.

You may also like

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?
-
00:00
00:00
Update Required Flash plugin
-
00:00
00:00