Parleremo mai con ET?

La metafora dei quariani chiarisce il problema delle comunicazioni interstellari

Qualora una o più civiltà, diverse dalla nostra, popolassero l’Universo, avremmo mai la possibilità di scambiare quattro chiacchiere?  Se il primo obiettivo è il sapere che non siamo soli, il secondo e certamente più stimolante è avere l’opportunità di comunicare con “loro”. Riusciremo a farlo? Beh, c’è qualche parametro che dovremmo considerare prima di dare una risposta.

In primis, la distanza dalla Terra. Noi la misuriamo in anni luce ossia il tempo minimo necessario anche per un segnale radio per giungere a destinazione. Per capirci,100 anni luce significano conversazioni, tra il dire ed il rispondere, almeno di 200 anni, ammesso e non concesso che chi riceve risponda subito.

Altri parametri sono legati alla tipologia dell’ambiente ospitante la civiltà extraterrestre in questione. Il tipo di stella che illumina quel pianeta, che selezioniamo come solar-simile,  la distanza del pianeta dalla stella che condiziona invece la presenza o meno di acqua nella superficie del pianeta, la massa del pianeta, il tipo di pianeta , terrestre roccioso e non gassoso, la presenza, o almeno il sospetto di una atmosfera, la metallicità.  Bene, di quanti pianeti stiamo parlando che posseggono queste caratteristiche in misura consona?

Attualmente conosciamo 6164 esopianeti, ma se applichiamo il vincolo della distanza  dell’esopianeta dalla Terra come non maggiore di 100 anni luce e da questa selezione estraiamo solamente i pianeti che rispettano i parametri morfologico-ambientali sopra elencati, ci ritroviamo solamente con 175 super-Terre.  Gli altri? O troppo lontani per noi che più di 100 anni non siamo disposti ad aspettare oppure sono luoghi morfologicamente non adatti ad ospitare la vita. Verso queste 175 super-Terre che speranze abbiamo? Sfere rocciose desertiche oppure pianeti popolati di civiltà desiderose di conoscerci?  Per quanto possiamo oggi sbilanciarci, buona la prima, ovvero sfere desertiche, intese come prive di civiltà intelligenti avanzate al punto di riuscire a produrre comunicazioni interstellari. I radiotelescopi che nel tempo hanno puntato verso questi pianeti non hanno registrato alcun segnale “tecnologico” . Silenzio tombale, anzi cosmico. Magari non è proprio così, perché, forse cercando di essere positivi, non eravamo sincronizzati.

La metafora dei Quariani

A chi mi chiede del perché nessuna civiltà aliena si è fatta viva con noi, racconto sempre questa storiella che però rende l’idea.  Diecimila anni fa la civiltà Quariana, distante da noi solamente 50 anni luce,  osservando il Sistema solare, assistette al transito della Terra sul Sole. Gli astronomi studiarono la morfologia di quel piccolo pianeta e conclusero che l’ambiente della Terra aveva condizioni tali da renderlo un luogo ospitale anche per la loro razza. Gli scienziati quariani cominciarono quindi ad inviare segnali radio verso la Terra. Lo fecero con frequenza, ma non furono fortunati, perchè dalla Terra non arrivava alcuna risposta. I quariani, però, non smisero di tenerci d’occhio. Passarono 10 secoli ed i quariani continuarono ad inviare periodicamente messaggi alla Terra. Fecero così fino al 1800 , quando, demoralizzati, decisero che avrebbero tenuto duro solamente per altri cento anni.  Al 1 gennaio del 1900, visto che in 10mila anni di messaggi non avevano ottenuto alcuna risposta dalla Terra , i quariani smisero di inviare messaggi concludendo che la Terra non era abitata da alcuna civiltà intelligente… e si dimenticarono di noi. 

Nel frattempo, noi ci eravamo evoluti,  partire dalle prime civiltà, ma abbiamo comunque dovuto attendere il 1900 per capire che un radio segnale avrebbe potuto dirci qualcosa su altre civiltà extraterrestri. Purtroppo, i quariani ci avevano ormai abbandonato dimenticati. E’ accaduto davvero? Chi lo sa?

Resta il fatto che oggi dalle 175 super-Terre selezionate non abbiamo ricevuto alcun segnale e quindi che possiamo concludere?  La stessa conclusione dei Quariani: quel pianeta non è abitato da alcuna civiltà intelligente. Concludendo, con i dati odierni, non certo esaustivi ma tuttavia quelli disponibili, possiamo dire che entro 100 anni luce siamo soli. E’ vero, rapportati alla distanze cosmiche 100 anni luce sono paragonabili ai gradini di casa, chissà oltre che cosa c’è,  ma l’obiettivo di conversare con il vicino, signor ET non si può fare. Peccato, peccato davvero.

Graziano Chiaro

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto