Con un diametro equatoriale di 3100 chilometri, Europa è la quarta delle 95 lune di Giove per grandezza e la più piccola fra le quattro scoperte da Galileo.
È recente uno studio in cui alcuni scienziati della missione Juno della Nasa sono riusciti a calcolare il tasso di ossigeno prodotto sulla luna gioviana. Il risultato ha mostrato una minore presenza della preziosa molecola rispetto alla maggior parte degli studi precedenti.
L’analisi ha esplorato la fuoriuscita (“degassamento”) di gas idrogeno dalla superficie ghiacciata, partendo dai dati raccolti dallo strumento Jade (Jovian Auroral Distributions Experiment) della navicella spaziale.
Si stima che la quantità di ossigeno prodotta dalla luna sia di circa 12 chilogrammi al secondo, mentre le stime precedenti variavano da pochi chilogrammi a oltre 1000 chilogrammi al secondo.
Si ipotizza che parte dell’ossigeno prodotto potrebbe penetrare nell’oceano sotterraneo della Luna, come possibile fonte di energia metabolica.
Ma dove risiede tutto l’ossigeno?
Gli scienziati pensano che sotto la crosta ghiacciata sia nascosto un vasto oceano interno di acqua salata, come descritto nell’articolo “Gli oceani del Sistema solare”, pubblicato sul numero 48 di Cosmo 2050.
L’acqua, come tutti sappiamo, è importante perché è una condizione essenziale per la vita. Ma non è solo l’acqua ad attirare l’attenzione degli astrobiologi: anche la posizione della luna gioviana gioca un ruolo importante nel favorire la presenza di forme di vita. Infatti, la sua orbita la colloca proprio nel mezzo delle fasce di radiazione del gigante gassoso. Detto così sembra pericoloso ma invece, le particelle cariche, o ionizzate, che provengono dal pianeta Giove, bombardando la superficie ghiacciata, dividono le molecole d’acqua in due e generano ossigeno e idrogeno.
In pratica, Europa è come una palla di ghiaccio che perde lentamente acqua e vapore, in particolare sotto forma di particelle ionizzate trascinate attorno a Giove dal suo straordinario campo magnetico. In un certo senso, l’intero guscio di ghiaccio viene continuamente eroso da ondate di particelle cariche che si riversano su di esso.
La scoperta
Il 29 settembre 2022, mentre la navicella Juno volava a 354 chilometri dalla superficie di Europa, lo strumento Jade ha identificato e misurato gli ioni di idrogeno e ossigeno generati dal bombardamento di particelle cariche, svelando il complesso e dinamico rapporto fra Europa e il suo gigante.
In questo modo è stato possibile sbirciare dietro le quinte di questo promettente mondo del Sistema solare
La missione Juno trasporta undici strumenti scientifici all’avanguardia progettati per studiare il sistema gioviano, inclusi nove sensori di particelle cariche e onde elettromagnetiche per studiare la magnetosfera di Giove.
Volare vicino ai satelliti galileiani è essenziale per studiare nel dettaglio una vasta gamma di processi fisici e biologici oltre che per osservare ed esplorare l’anello stretto di Giove e la sua atmosfera polare.
Nel 2030 una nuova missione, la Europa Clipper della NASA, indagherà ulteriormente la presenza dell’ossigeno e sull’abitabilità di Europa, portando a bordo nove strumenti scientifici.