Una stella extragalattica vicino a Sagittarius A*

by Giuseppe Donatiello

L’enorme forza di marea collegata al buco nero supermassiccio (SMBH) al centro della nostra Galassia, Sagittarius A*, dovrebbe fortemente contrastare la formazione stellare nelle sue vicinanze. Quindi, la densa popolazione di stelle che osserviamo orbitargli intorno, si sarebbe formata lontano da tale sorgente e migrata nella posizione attuale.

Dove è nata?

In particolare, una delle stelle a esso più vicine, denominata S0-6/S10 (prospetticamente distante 0.3” d’arco), all’analisi spettroscopica delle sue abbondanze chimiche, appare molto vecchia e di chiara origine extragalattica. Ciò solleva la domanda: dove si sono formate quelle stelle? In un ammasso globulare o una galassia nana distrutta e assorbita?

È stato uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale, guidato da Shogo Nishiyama, a caratterizzare la stella e a riconoscerla come non autoctona. La cosa era abbastanza attesa, però il gruppo di ricercatori non immaginava un’origine tanto distante da quella attuale. Gli autori, infatti, indicano in almeno 50mila anni luce il viaggio intrapreso dalla stella prima di arrivare nel Centro Galattico ed essere catturata dallo SMBH.

L’edificio del telescopio Subaru di 8,2 metri si erge sopra la nuvole sulla cima del vulcano Mauna Kea. (Wikimedia Commons)

Composizione più da galassia nana

Il risultato è giunto dopo otto anni di osservazioni spettroscopiche con Subaru, il telescopio Visuale e Infrarosso giapponese di 8,2 metri operativo sul vulcano Mauna Kea, nelle Hawaii. Cosa non semplice perché quel quartiere galattico è nascosto da una fitta coltre di polveri interstellari, gas e un muro di stelle a noi più vicine. Gli spettri di S0-6 sono stati impiegati per determinare i suoi parametri stellari tra cui temperatura, abbondanze chimiche ([M/H], [Fe/H], [α/Fe], [Ca/Fe], [Mg/Fe], [Ti /Fe]) ed età.

I dati sono stati poi comparati con quelli di oggetti noti nell’alone galattico, scoprendo che essi sono abbastanza simili a quelli delle stelle presenti nella Piccola Nube di Magellano (SMC) e nella distrutta Galassia Nana del Sagittario (SagDEG). Questo suggerisce per S0-6/S10 l’origine in una galassia nana assorbita anziché un ammasso globulare, mediamente di età un po’ maggiori.

L’affollato ambiente intorno a SgrA*. Presumibilmente potrebbero esserci nelel vicinanze altre stelle compagne di viaggio di S0-6/S10. (Immagine tratta da S. Nishiyam et al. 2023)

In cerca di compagne

Questa è la prima prova osservativa che le stelle vicine a SgrA* si siano formate fuori dalla Via Lattea e catturate nel centro dopo aver percorso traiettorie a spirale. Provenendo da un oggetto distrutto e assorbito, S0-6/S10 potrebbe aver avuto dei compagni di viaggio appartenuti alla stessa galassia nana e potrebbero ancora essere nelle vicinanze della stella. In tal caso sarebbe abbastanza facile identificarli grazie alla firma chimica rivelata nello studio con il Subaru.

S0-6 ha davvero avuto origine al di fuori della Via Lattea? Ha dei compagni o ha viaggiato da sola? Con ulteriori indagini, speriamo di svelare i misteri delle stelle vicino al buco nero supermassiccio“, affermano gli autori nello studio pubblicato in “Proceedings of the Japan Academy, Ser. B, Physical and Biological Sciences” lo scorso 1 dicembre 2023. Per rispondere a tale intrigante interrogativo non resta che cercare le impronte chimiche riscontrate nella stella nelle linee di assorbimento dei metalli di altre nella densa regione del Centro Galattico.

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