Se chiedessi quanti pianeti del Sistema solare hanno gli anelli, pochissimi mi risponderebbero quattro: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Ma in effetti è proprio la risposta giusta. Questi sono i giganti degli anelli, ripresi dalla Nircam (Near-Infrared Camera) del telescopio spaziale Webb della Nasa/Esa.
Il sistema di anelli di Giove è stato il terzo a essere stato scoperto nel Sistema solare, nel 1979, dopo quello di Saturno e di Urano. Consiste principalmente di polveri, la maggior parte appartenente alla famiglia dei silicati ed è suddiviso in quattro parti principali: un “toro” molto denso di particelle chiamato “anello di alone”, una fascia relativamente brillante, ma molto sottile nota come “anello principale” e due deboli fasce chiamate “anelli Gossamer”, chiamati Amaltea e Tebe, dal nome dei satelliti il cui materiale superficiale gli ha dato origine. I primi due sono costituiti da polveri originarie dei satelliti Metis e Adrastea, espulse in seguito a impatti meteorici.
Se osservati nel visibile e vicino infrarosso, gli anelli hanno un colore tendente al rosso, mentre l’anello di alone appare di un colore neutro tendente al blu. Sono composti da polveri di dimensioni variabili ma mediamente si può dire che sono intorno a 15 micron, tranne quello di alone che è dominato da polveri di dimensioni nanometriche. La massa totale del sistema di anelli è probabilmente compresa tra 1011 e 1016 kg.
Nettuno ha un debole sistema di cinque anelli planetari scoperti nel 1989 dalla sonda Voyager ma predetti nel 1984 da André Brahic. Nei punti più densi sono paragonabili alle regioni meno dense degli anelli di Saturno anche se sono più deboli e costituiti da polveri paragonabili agli anelli di Giove. I loro nomi ricordano quelli degli astronomi che per primi hanno effettuato importanti studi sul pianeta: Galle, Le Verrier, Lassell, Arago e Adams.
Infine, esiste un ulteriore anello che coincide con l’orbita di Galatea, mentre tre satelliti hanno orbite all’interno degli anelli: Naiade, Thalassa e Despina. La loro struttura irregolare fa sì che presentino notevoli interruzioni e zone più dense note come archi d’anello.