Spesso non ci rendiamo conto di quello che stiamo osservando. Lo vediamo, ma non riusciamo a mettere a fuoco l’immensità che rappresenta. Questo perché il nostro cervello sperimenta distanze relativamente brevi, fin dove l’occhio riesce a spingersi. Tutto quello che è oltre, può solo essere interpolato dal cervello che, come un algoritmo, stima quanto di quello che riesce direttamente a sperimentare è contenuto da ciò che non è in grado di saggiare.
Pensiamo alla Terra, che tutti noi conosciamo. Immaginare la Terra intera, come una sfera di 6370 km di raggio già è difficile. Infatti, non riusciamo a vederla nella sua interezza perché il limite dell’orizzonte visibile è di circa 10–13 chilometri. Però ormai siamo abituati alle immagini che provengono dallo spazio e abbiamo una idea, viaggiando, delle distanze in gioco. E’ già più difficile rapportare la Terra al Sistema solare.
Se mettessimo 11.774 terre, una attaccata all’altra, ecco che avremmo la distanza che la separa dal Sole. In realtà il Sistema solare (almeno fino all’orbita di Plutone) ha una estensione di circa 6 miliardi di chilometri, ovvero 40 volte superiore. Eppure, il nostro sistema planetario, da lontano non si vedrebbe proprio: si vedrebbe solamente il Sole. Che è contenuto nel braccio di Orione della Via Lattea e orbita a una velocità di 230 chilometri al secondo attorno al centro della Galassia, che si trova a una distanza di circa 26.700 anni luce.
Un anno luce è lo spazio che la luce percorre in un anno, andando a circa 300mila km/s. Ma non ha senso esprimere distanze del genere in chilometri. Il diametro della Via Lattea è 105.700 anni luce, circa il quadruplo. Stiamo parlando di una sola Galassia, la nostra, che non è neanche fra le più grandi.
Quello che osserviamo in questa immagine è l’Ammasso dell’Idra, chiamato anche Abell 1060, un ammasso di 157 galassie legate dalla gravità e visibile nella costellazione dell’Idra, dove si estende per circa cento milioni di anni luce, come mille copie della nostra galassia messe in fila.
La maggior parte della materia che c’è in questo ammasso non la vediamo nemmeno perché è presente in forma di “materia oscura“, individuata dalla osservazione della dinamica dell’ammasso. Assieme all’Ammasso del Centauro, l’Ammasso dell’Idra compone il Superammasso dell’Idra-Centauro, che si trova alla distanza di 158 milioni di anni luce da noi.
Al suo interno, si trova una collezione di grandi galassie ellittiche come NGC 3309 e NGC 3311, e galassie a spirale come la magnifica NGC 3312, tutte e tre grandi una volta e mezza la nostra.
E mentre esse ruotano attorno al centro di questo immenso sistema, noi, minuscole formiche, poste sulla Terra, ruotiamo attorno a una stella media, posta a 2/3 del braccio di una delle cinquanta galassie appartenenti al Gruppo Locale, uno dei gruppi componenti il Superammasso della Vergine. A sua volta uno dei 500 ammassi di galassie che fanno parte dell’immensa Laniakea, una struttura che appartiene al Complesso di Superammassi dei Pesci-Balena, un leviatano che dorme morbidamente appoggiato sul nero della notte, una delle strutture a filamento più grandi dell’Universo.