Che lo spazio fosse una miniera di sorprese lo sapevamo da tempo. Tuttavia, poco spesso ci si sofferma a pensare che la maggior parte degli elementi che ci compongono e quelli che compongono il nostro pianeta, provengono dalle stelle. Durante la formazione del nostro pianeta, infatti, il ferro fuso affondò verso il centro per formare il nucleo, portando con sé la stragrande maggioranza dei metalli preziosi del pianeta, come l’oro e il platino. Nel nucleo ci sono abbastanza metalli preziosi per coprire l’intera superficie della Terra con uno strato spesso quattro metri. Tuttavia, i metalli preziosi sono abbondanti nel suo mantello di silicati.
Si pensa che tutto questo oro derivasse da una pioggia cataclismica di meteoriti che colpì la Terra dopo la formazione del nucleo, aggiungendo il prezioso elemento al solo mantello. Ma l’oro si è originato nello spazio profondo, dai detriti di stelle morte. Si può dire quindi che l’oro, in un certo senso, è un metallo alieno.
Oggi, un gruppo di ricercatori dell’Università di Notre Dame e dell’Università di Tohoku ha rivelato luogo dove alcune fucine auree si nascondono. Si tratta di stelle ricche d’oro, astri con un’abbondanza di elementi pesanti oltre al ferro, compresi gli elementi rari come, appunto, oro e platino. Nel corso delle osservazioni con vari telescopi mondiali, sono state scoperte centinaia di stelle ricche d’oro. Tuttavia, rimaneva un dove e come queste stelle, presenti all’interno della Via Lattea, si fossero formate.
Grazie all’avanzare degli studi, è stato scoperto che la maggior parte di queste stelle ebbe origine in piccole galassie progenitrici della nostra, oltre 10 miliardi di anni fa. Analisi di questo tipo sono state rese possibili dalle simulazioni, che ci hanno permesso di tornare indietro nel tempo e capire che la Via Lattea si è accresciuta grazie alla fusione di piccole galassie progenitrici.
Alcune di esse contenevano grandi quantità di elementi pesanti, generati dagli eventi di fusione di stelle di neutroni (un sito confermato di nucleo-sintesi di elementi pesanti) che hanno incrementato l’abbondanza di questi elementi nelle piccole galassie, i mattoni della nostra amata Via Lattea.
Oggi, una nuova ricerca ci permette di capire come oro, platino e altri metalli preziosi si siano fatti strada per trovare dimora in sacche poco profonde all’interno del mantello terrestre. La scoperta, condotta da ricercatori di Yale e del Southwest Research Institute (SRI) ci narra una storia che comincia con violente collisioni di grandi oggetti nello spazio, per poi trasferirsi in una regione semifusa del mantello terrestre e concludersi con oro, platino e altri metalli preziosi che trovano un improbabile punto di riposo molto più vicino alla superficie del pianeta di quanto gli scienziati avrebbero pensato.
Oro e platino sono arrivati sulla Terra miliardi di anni fa dopo che la proto-Terra primordiale si è scontrata con grandi corpi delle dimensioni della Luna nello spazio, che hanno lasciato dietro di sé depositi di materiali.
Prima si pensava che questi metalli si raccogliessero quasi interamente nel nucleo metallico della Terra o si fondessero direttamente con il nucleo metallico all’impatto o ancora, affondassero rapidamente dal mantello nel nucleo. Invece, secondo questa nuova teoria, la parte superficiale del mantello si scioglie e la parte più profonda rimane solida. E questa regione ha proprietà dinamiche peculiari che possono intrappolare in modo efficiente i componenti metallici che percolano e distribuirli lentamente al resto del mantello.
Come paleontologi, gli astronomi studiano i resti del passato per capire il presente, raccontandoci oggi la tumultuosa ed avvincente storia della Via Lattea, del Sistema solare e del nostro meraviglioso pianeta. E studiando come i metalli si siano insediati all’interno della Terra è possibile avere preziose informazioni anche sulla formazione dei pianeti in tutto l’universo.