Una palla di fuoco nei cieli dell’Austria

RIPRESA DA UNA CAMERA FOTOGRAFICA INSTALLATA SUL MONTE HOCHKAR

Sostanze chimiche brillano mentre una meteora si disintegra. Crediti: Michael Kleinburger

Avete mai visto una scia luminosa nel cielo? Sono le meteore, prodotte da piccoli granelli di polvere che impattano sull’atmosfera, altre volte sono sassolini o oggetti più grandi, i meteoroidi. Ciò che riesce ad arrivare a terra viene gelosamente custodito e studiato. Stiamo parlando delle meteoriti, cioè quello che rimane dei meteoroidi dopo il loro ingresso in atmosfera  e dopo aver subito intensi processi di ablazione a causa del calore dovuto all’attrito con l’aria.

In questa foto si vede una palla di fuoco (fireball), una meteora eccezionalmente luminosa. È stata immortalata per caso a metà luglio con una macchina fotografica installata sul monte Hochkar, in Austria. Questo missile meteorico è probabilmente il risultato della disintegrazione di una cometa o un asteroide che ha lasciato dietro di sé grani di piccole dimensioni e che, a loro volta, hanno avuto la sfortuna di entrare nell’atmosfera terrestre. I colori nelle meteore di solito provengono da elementi chimici ionizzati rilasciati quando la meteora si disintegra, con il blu-verde tipicamente originato dal magnesio, il viola dal calcio e il verde incandescente dal nichel. Il rosso, invece, proviene dall’azoto energizzato e dall’ossigeno nell’atmosfera terrestre. Questa brillante palla di fuoco meteorica, durata meno di un secondo, ha lasciato una scia di ionizzazione che è rimasta visibile per quasi un minuto.

Piccoli asteroidi sulla Terra

Quando trovate un sasso strano non è semplice capire se si tratta di un oggetto piovuto dal cielo, a meno che non siate esperti cacciatori di questi relitti cosmici. Non tutte le meteoriti,  infatti,  sono uguali  ma  variano in composizione mineralogica, densità, età di formazione e origine. Vengono quindi classificati in tipologie ben precise che per semplicità possiamo identificare in due macro-gruppi: differenziati e indifferenziati.

La maggior parte delle meteoriti si disintegra in aria, e l’impatto con la superficie terrestre è raro. Si stima che ogni anno il numero di rocce che cadono sulla Terra  e che hanno le dimensioni di una palla da baseball o più si aggira intorno ai 500. Ma non tutte vengono ritrovate, soltanto l’1% poiché gran parte di esse cade negli oceani o in zone  impervie. Se il meteorite è grosso, può causare un cratere quando colpisce il terreno. Il tipo di cratere  dipende ovviamente dalla grandezza, composizione, livello di frammentazione e angolo d’impatto della meteora. Lasciando stare i film apocalittici, anche l’impatto di un piccolo meteorite può causare disastri di grande entità,  ma la maggior parte di essi causa danni di piccola entità a proprietà, bestiame e anche persone. Se invece la meteora  è un frammento di cometa invece che fatto di roccia e metallo ma composto per lo più di ghiaccio, il riscaldamento può provocare una notevole esplosione, senza che alcun frammento  tocchi terra. Ne è un esempio la meteorite che causò l’esplosione di Tunguska .

Le meteoriti vengono da qua e là, ma alcune sono molto rari, specialmente quelle provenienti dalla  Luna  e da  Marte. Con ogni probabilità,  se arrivano, sono i detriti risultanti da precedenti impatti di grossi meteoriti con questi corpi celesti. Le meteoriti, recuperate subito dopo essere state osservate nell’attraversamento dell’atmosfera o nell’impatto sulla superficie terrestre, vengono chiamate  cadute. Tutte le altre meteoriti sono note come ritrovate. A tutt’oggi sono oltre 1000 le meteoriti cadute presenti nelle maggiori collezioni mondiali, mentre sono ormai oltre 31mila quelle ritrovate. 

Le meteoriti vengono designate in base al posto dove vengono trovate e il loro nome richiama la località o la caratteristica geografica più vicina. Le  caratteristiche possono cambiare  a seconda che si tratti di un  meteorite ferroso e roccioso, ma normalmente tutte le meteoriti cadute da non troppo tempo mostrano una crosta di fusione scura e possono presentare sulla superficie piccole cavità chiamate regmagliti, dei segni che sono simili alle impronte lasciate dalle dita sulla creta  fresca, e che sono il risultato dell’ ablazione selettiva dell’atmosfera che vaporizza più facilmente  minerali a più bassa temperatura di fusione. Poi la forma non è quasi mai sferica, non presentano quarzo o bollicine  e quelle ferrose hanno una densità prossima a quella del ferro  sebbene anche quelle rocciose risultino significativamente più pesanti rispetto alle rocce comuni. Un’altra caratteristica è che una volta tagliate e lucidate molte meteoriti ferrose presentano le figure di Windmanstätten, un intricato  disegno di lamelle che si  intersecano, mentre molte di quelle rocciose possono presentare dei  condruli. Le meteoriti hanno varie forme. Infatti, se nel tragitto attraverso l’atmosfera il meteorite mantiene un orientamento stabile, si forma un meteorite tipicamente a forma di scudo detto orientato.

La composizione chimica di una meteorite ha luogo durante le fasi di accrezione planetaria. Infatti,  il calore che si sviluppa a causa degli  impatti con gli  asteroidi e a causa del  decadimento degli elementi radioattivi determina la fusione totale o parziale dei minerali in modo che, a causa della  gravità, gli elementi più pesanti convergono al centro del corpo (ferro/nichel)  mentre quelli più legge risalgono in superficie (silicati).

Ci sono poi delle meteoriti che sono indifferenziate, come le condriti. Queste sono antichissime, risalgono  alle primissime fasi di formazione del Sistema solare e non hanno quasi mai  subito processi di differenziazione o metamorfosi. Possono avere anche la  veneranda età di 4,6 miliardi di anni, ben più vecchie della  Terra! Il  loro nome deriva da “condrule”, che sono  piccole sfere di dimensioni millimetriche incluse in una matrice di minerali a base di silicio. Tra le condriti più interessanti abbiamo le condriti  carbonacee  con alti livelli di composti del carbonio  e  amminoacidi e una significativa quantità d’acqua.

Le Acondriti  invece fanno parte di quelle meteoriti che hanno subito una differenziazione per fusione e ricristallizzazione dei minerali. Non contengono condrule e sono  i resti di antichi corpi celesti andati distrutti durante le prime fasi evolutive del Sistema solare. Le acondriti costituiscono approssimativamente la crosta e il mantello di  questi  corpi. A questa categoria appartengo anche i meteoriti provenienti dalla Luna e da Marte.

Le sideriti o meteoriti  ferrosi  e le  sideroliti, che sono di tipo ferro roccioso sono ciò che rimane dei nuclei metallici di antichi corpi celesti differenziati e sono costituite  principalmente da una lega  di  ferro  e  nichel. Le sideriti  sono  le più facili da rinvenire sulla Terra e hanno caratteristiche magnetiche  oltre che possedere una  superficie fusa. Resistono maggiormente alle alterazioni e all’erosione. Le sideroliti invece sono i meteoriti più rari. La lega ferro  e nichel e la costituente rocciosa sono presenti in proporzioni uguali. Si pensa che derivino o dall’interfaccia tra nucleo e mantello di antichi corpi celesti o dalla fusione di asteroidi di diversa composizione.  Alcune  di queste meteoriti sono indubbiamente le più belle che ci siano, poiché presentano cristalli  come l’olivina in una matrice di metallo.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto