Due astronauti europei, in questo periodo, stanno seguendo le tracce di un tesoro composto da rari cristalli simili a quelli presenti sulla Luna, in un fiordo norvegese come parte del corso di formazione geologica Pangaea.
Stiamo parlando degli astronauti dell’Esa Alexander Gerst e Samantha Cristoforetti. E stanno trascorrendo una settimana esplorando una montagna di magma cristallizzato nelle isole Lofoten, una remota località artica in Norvegia.
Esperti studenti di geologia, questi astronauti stanno affinando la loro conoscenza delle rocce lunari pensando alle future missioni Artemis della Nasa. Alexander e Samantha usano mappe dettagliate e immagini multispettrali satellitari per pianificare la loro spedizione.
Anche le future missioni sulla Luna faranno uso di questa tecnologia per decidere dove gli astronauti atterreranno ed esploreranno. Saranno aiutati, sul campo, da una applicazione personalizzata, l’Electronic Field Book, che li aiuterà a documentare le loro scoperte scientifiche. In particolare, a riconoscere alcuni dei campioni meglio conservati sulla Terra di una roccia abbondante negli altopiani lunari: l’anortosite.
Il paesaggio delle Lofoten è meraviglioso. Quando la luce tramonta su queste colline e valli, la sua superficie brilla perché le rocce sono fatte di cristalli lucidati dal ghiacciaio per milioni di anni. Sulla Terra, le anortositi sono difficili da trovare perché di solito si trovano in profondità nella crosta terrestre, mentre sulla Luna sono sparse ovunque.
Questi luoghi sono importanti perché presentano una geologia molto particolare. Le montagne assomigliano all’oceano fuso della Luna primordiale, quando il nostro satellite naturale era una palla di fuoco con una superficie fusa su cui galleggiavano rocce di anortositi. Uno spaccato di come apparirebbe la crosta lunare.
Lo scopo di questa sessione di geologia in Norvegia è quello di affinare le abilità geologiche degli astronauti e colmare le loro lacune nella scienza lunare.
Durante la spedizione norvegese, gli astronauti si muovono in maniera indipendente, facendo fino a quattro escursioni sul campo in un paio di giorni e, man mano che l’addestramento progredisce, gli astronauti sperimentano un cambiamento di prospettiva, acquisendo più motivazione nel perseguire le scoperte scientifiche. Perché, come dice Alexander Gerst, “ci sono cose che solo gli occhi umani possono cogliere”.