Halla, il pianeta impossibile

È sopravvissuto alla trasformazione della sua stella in gigante rossa

Il pianeta Halla potrebbe aver orbitato, per un periodo, attorno a due stelle che interagivano tra loro. Crediti: W. M. Keck Observatory/Adam Makarenko

Quando le stelle simili al Sole raggiungono la fine della loro vita, si gonfiano diventando stelle giganti rosse. Anche il nostro Sole diventerà, prima o poi, una palla infuocata con un diametro centinaia di volte più grande rispetto a quello che ha oggi.

Il risultato di questa espansione è che, se sono presenti pianeti orbitanti attorno ad esse, il loro destino diventa altamente incerto. Se la Terra sopravviverà a questa fase finale del Sole, nessuno lo sa. Ma quello che si sa è che esiste un pianeta chiamato Halla, che è riuscito a sopravvivere a questo immane cataclisma.

Halla orbita attorno a una stella gigante rossa, Baekdu, nota anche come 8 Ursae Minoris, vicina alla stella Polare.

Quando Baekdu si è gonfiata, teoricamente avrebbe dovuto inglobare il pianeta al suo interno. Infatti, non si conoscono altri pianeti in orbita simile vicino a una stella gigante rossa.

Quello che potrebbe essere successo è che, probabilmente, Baekdu, sia nato come parte di un sistema binario. Questo potrebbe aver fatto sì che esso non si sia mai espanso alle dimensioni previste per una singola stella che raggiunge lo stesso stadio evolutivo e, di conseguenza, il pianeta Halla, potrebbe non essere mai stato in pericolo.

Scoperto otto anni fa da parte di un team di ricerca sudcoreano, l’esopianeta Halla non è stato ritenuto degno di nota fino a quando il telescopio spaziale della Nasa Tess (Transiting Survey Satellite) si è dedicato ad esso, tra il 2019 e il 2022.

Immagine del Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA. Crediti: Goddard Space Flight Center della NASA

Il telescopio Tess registra regolarmente dati osservativi sotto forma di variazioni di luminosità caratteristiche delle stelle causate dalle loro oscillazioni e, con l’aiuto di metodi di astrosismologia, gli scienziati sono anche in grado di dedurre l’età, la massa e lo stato evolutivo delle stelle.

Le analisi di questi dati dimostrano che Baekdu e Halla sono una strana coppia. La stella Baekdu è 1,5 volte più massiccia del Sole e al suo interno, la gravità ha avuto la meglio sulla fusione degli atomi di idrogeno nel nucleo, facendola collassare su sé stessa. La tremenda pressione e il calore così generati nel nucleo hanno provocato l’inizio della fusione dell’elio e la sua nuova veste di gigante rossa, gonfiandola fino a cento volte la sua dimensione originale e poi facendola ridurre un po’. Il suo raggio ora misura poco più di cento milioni di chilometri. Il pianeta che gli orbita intorno, Halla, è circa una volta e mezzo più pesante di Giove e ha un percorso quasi circolare con un raggio medio di circa 75 milioni di chilometri.

I calcoli mostrano che la stella appena formata Baekdu si sarebbe espansa fino a raggiungere dimensioni molto più piccole (a causa del suo rapporto con la stella compagna), non influenzando Halla, che continua ad orbitare imperturbato. Potrebbe anche essere che Halla si sia formato dopo la fusione delle due stelle. Non è raro, infatti che, quando due stelle si fondono, si formino dischi rotanti di polvere attorno alla nuova stella. E come nel Sistema solare primordiale, questa polvere può gradualmente raggrupparsi per formare pianeti.

La violenta fusione tra due stelle che potrebbe aver formato la gigantesca stella ad elio Baekdu. La fusione ha prodotto un disco di detriti che ha dato vita al pianeta Halla. Crediti: W. M. Keck Observatory/Adam Makarenko

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