Se tutti abbiamo in testa l’immagine del cataclisma che portò all’estinzione dei dinosauri, è anche vero che non tutti hanno la probabilità di collidere col nostro pianeta e altri lo sorpassano indisturbati senza nemmeno che l’umanità se ne accorga. Infatti, la probabilità che un asteroide pericoloso colpisca la Terra durante un dato anno è bassa. Ma essendo non nulla, l’umanità ha cominciato a cercare e catalogare senza sosta tutti quegli asteroidi che potrebbero un giorno influenzare la vita sulla Terra.
In questa immagine sono riportate le orbite degli oltre 1000 asteroidi potenzialmente pericolosi (PHA) conosciuti ad oggi.
La maggior parte di essi sono massi di roccia e ghiaccio di oltre 140 metri di diametro e passeranno all’interno di una fascia di distanza posta a meno di 7,5 milioni di chilometri dalla Terra, circa 20 volte la distanza dalla Luna.
Questo potrebbe rincuorare, dal momento che nessuno di loro colpirà la Terra nei prossimi 100 anni, ma attenzione: non tutti i PHA sono stati scoperti e molte delle loro orbite sono difficili da prevedere nei prossimi 100 anni.
Se dunque un asteroide di queste dimensioni colpisse la Terra, potrebbe sollevare pericolosi tsunami e fare danni ingenti entro un raggio decisamente ampio.
Per studiare le strategie di salvataggio della Terra, la Nasa ha testato con successo la missione Double Asteroid Redirection Test (Dart), l’anno scorso. L’esplosione dell’asteroide porterebbe in seguito alla sua frammentazione, e, naturalmente, rocce e frammenti di ghiaccio di dimensioni molto più piccole potrebbero colpire la Terra. Tuttavia, questo accade ogni giorno e oggetti di quelle dimensioni, di solito, non rappresentano un pericolo ma creano, talvolta, memorabili spettacoli di palle di fuoco nei cieli.
Ci sono molti tipi di asteroidi. Alcuni sono compatti blocchi di roccia, densi e robusti mentre altri sono conglomerati di ciottoli, massi e sabbia, prodotti dalle molte collisioni orbitali, e sono tenuti insieme solo dalla forza di gravità. Più rari ma comunque presenti sono anche gli asteroidi metallici, molto pesanti, densi e desiderati. La capacità di deviare un asteroide varia a seconda della sua composizione.
Per quelli monolitici più densi, sarebbe necessaria una navicella spaziale più grande e che viaggi molto velocemente mentre per deviare un asteroide spugnoso o conglomerato è molto difficile perché sarebbe come sparare una pallottola in una palla di ghiaia: esploderebbe in migliaia di pezzi. A quel punto sì che sarebbero dolori! Ci sono migliaia di asteroidi vicini alla Terra, quelli le cui traiettorie potrebbero un giorno intersecarsi con quelle della Terra e noi ne abbiamo visitati solo una manciata. Non sappiamo quasi nulla della stragrande maggioranza degli altri.
Analizzare la superficie degli asteroidi può dirci molto di loro. Se si è in presenza ad esempio di un asteroide conglomerato, come l’asteroide Itokawa, non ci si può aspettare pendii molto ripidi. La sabbia infatti non può formare pendenze infinite a meno che non sia supportata da materiale solido e compatto. Al contrario, gli asteroidi monolitici rocciosi, come Eros, tendono ad avere caratteristiche topografiche molto più pronunciate come crateri molto più profondi e pendii ripidi.
Quello che permetterà di fare la differenza nella topografia degli asteroidi è la risoluzione degli strumenti. Nell’ambito della missione Dart, per esempio, è stato sviluppato uno strumento che consentirà la modellazione dell’interno dell’asteroide Dimorphos, il bersaglio di un impatto, così come di altri asteroidi conglomerati. Sulla Terra, questa tecnica viene usata per studiare l’accumulo di sabbia in determinate zone o vari processi industriali che coinvolgono piccole particelle, modellando l’interazione tra le diverse particelle che li compongono. Le migliaia di simulazioni che i ricercatori stanno effettuando per prevedere le varie forme e dimensioni, composizioni dei massi e dei ciottoli che li compongono, le interazioni gravitazionali e l’attrito tra di loro saranno confrontate con i dati di superficie degli asteroidi noti per comprendere il loro comportamento e la loro superficie. Spesso capita che alcuni asteroidi abbiano un importante rigonfiamento equatoriale generato dalla rotazione dell’asteroide stesso. Nelle simulazioni, il rigonfiamento potrebbe apparire più prominente per alcune strutture interne rispetto ad altre.
La classificazione moderna degli asteroidi ha origine nel 1975, dividendo questo tipo di oggetti in tre categorie: Tipo C per gli oggetti scuri carboniosi, tipo S per gli oggetti rocciosi come i silicati e tipo U per tutti gli altri. Col passare del tempo, si sono evoluti molti altri schemi di classificazione ma attualmente, le due classificazioni più usate sono la classificazione Tholen e la classificazione Smass.
La classificazione di David James Tholen fu proposta nel 1984 ed è stata creata a partire dalle osservazioni spettrali e dall’albedo: semplificando, la loro capacità di riflettere la luce.
Lo schema include 14 tipi di asteroidi, la maggioranza dei quali rientra in uno dei 3 gruppi più ampi, gli altri nei restanti tipi più piccoli.
Gruppo C: oggetti carboniosi scuri. Questo gruppo ha 4 sotto-tipi: Tipo B, Tipo F, Tipo G e Tipo C. Questo tipo contiene la maggior parte degli asteroidi del gruppo C e circa il 75% di tutti gli asteroidi in generale. Il Tipo S: contiene oggetti pietrosi composti di silicati e comprende circa il 17% di tutti gli asteroidi.
Gruppo X: Comprende i seguenti gruppi: Tipo M: oggetti metallici, questo tipo è il terzo più numeroso. Tipo E:si differenzia dal tipo M principalmente per l’alta albedo. Tipo P: si differenzia dal tipo M principalmente per la bassa albedo. Tipo A, Tipo D, Tipo T: un piccolo gruppo. Tipo Q: Fatto per l’asteroide 1862 Apollo, Tipo R: fatto per l’asteroide 349 Dembowska e Tipo V fatto per l’asteroide 4 Vesta. Questi ultimi tre tipi contengono ciascuno un solo asteroide che ha caratteristiche spettrali uniche. Ad alcuni oggetti viene assegnata una combinazione di due o più tipi (es: CG) quando le loro caratteristiche sono una combinazione di tipi diversi.
La classificazione Smass è stata introdotta nel 2002 e non tiene conto dell’albedo. Questa classificazione comprende 24 tipi, dove la maggioranza degli asteroidi rimane circoscritta ai tre gruppi più ampi (C, S e X).
Il Gruppo C è composto da asteroidi carboniosi, che includono il Tipo B, che si sovrappone in gran parte ai tipi B e F della classificazione Tholen, il Tipo C, il tipo standard degli oggetti carboniosi non inclusi nel tipo B, il Tipo Cg, Ch, Cgh che è collegato al tipo G di Tholen e il tipo Cb, di transizione tra i tipi C e B.
Il Gruppo S, fatto di silicati, include il Tipo A, Tipo Q, Tipo R, Tipo K, Tipo L e Tipo S e i Tipi Sa, Sq, Sr, Sk, e Sl: di transizione tra il tipo S e gli altri tipi del gruppo S.
Il Gruppo X, fatto di oggetti in maggior parte metallici, include il Tipo X, il tipo standard del gruppo X che include gli oggetti classificati da Tholen nei tipi M, E e P e i gruppi Xe, Xc, and Xk, di transizione tra il tipo X e gli altri tipi. Il Gruppo X Include inoltre i tipi T, D, Ld, O e V. Nella classificazione SMASS non esistono tipi combinati, ogni asteroide rientra in un unico particolare tipo.