La tecnica del direct imaging è una tecnica molto particolare che ci permette di osservare altri pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal nostro Sole. Questa tecnica è molto difficile e complicata dal momento che, spesso, la luce della stella non permette di risolvere il pianeta, la cui luminosità riflessa risulta soltanto una frazione di quella dell’astro attorno a cui orbita.
Esso affoga dunque all’interno di questa immensa luce, e spesso è indistinguibile. Tuttavia esistono degli strumenti chiamati coronografi che riescono a oscurare la luce della stella, come se si attenuasse una lampadina, permettendo di vedere nelle sue immediate vicinanze, dove, altrimenti, non sarebbe possibile.
L’importanza di questa tecnica osservativa risiede nel fatto che, grazie ad essa, è possibile avere preziose informazioni sul pianeta ed eventualmente consente di scansionare la superficie planetaria alla ricerca di strutture artificiali realizzate da altre civiltà.
Tali strutture potrebbero essere state creata da una civiltà aliena per vari scopi. Potrebbero servire come un modo per sfruttare l’energia, come i pannelli solari, o essere parte di una struttura ingegneristica più grande o di uno spazio per la convivenza, come le nostre città. Potrebbero essere costituite anche di altri tipi di costruzioni che vanno oltre la nostra attuale conoscenza e comprensione. Tali costruzioni potrebbero essere sotto forma di un’unica grande struttura o di un agglomerato di diverse strutture più piccole.
La rilevabilità di strutture su scala planetaria, chiamate megastrutture, è stata precedentemente esplorata in vari ambiti, ma oggi un nuovo studio afferma che, in linea teorica, sarebbe possibile rilevare strutture di scala molto più piccola su superfici esoplanetarie analizzando la riflessione speculare della luce della stella ospite da parte delle strutture interessate. Mentre il pianeta ruota, infatti, queste riflessioni possono manifestarsi come un effetto ottico transitorio sovrapposto alla curva di luce rotazionale del pianeta.
A causa della natura direzionale della riflessione speculare, il segnale riflesso da parte di superfici che coprono solo poche ppm (parti per milione) della superficie totale del pianeta è molto forte ed è paragonabile al flusso di un intero pianeta.
In questo modo, dovrebbe essere possibile scansionare l’intera superficie planetaria alla ricerca di tali strutture. Questo metodo aiuterà la ricerca di intelligenze extraterrestri.