La grande bufala della Luna

Una serie di articoli nel 1835 annunciava la scoperta di forme di vita lunari

Era il 1835 quando, un caldo agosto, il New York Sun pubblicò il primo di una serie di sei articoli che sarebbero diventati l’emblema di una delle più grandi bufale astronomiche dell’era moderna.

Gli articoli documentavano con dovizia di particolari le presunte scoperte dell’astronomo Sir John Herschel, un nome molto accreditato, che nel 1834 si recò al Capo di Buona Speranza in Sud Africa per studiare le stelle dell’emisfero australe.

Fin qui nulla di strano, se non fosse che l’articolo descriveva anche che l’astronomo inglese aveva visto qualcos’altro di insolito oltre alle stelle.

Il Sun descrisse come Herschel, grazie al suo telescopio era stato in grado di individuare sulla Luna vegetazione, spiagge di sabbia bianca, animali simili a bisonti e persino una catena di piramidi.

Un secondo articolo, successivo al primo, aggiunse la presenza di minuscole renne e zebre e persino castori a due zampe all’insolito serraglio lunare.

Ma fu il quarto articolo a scatenare davvero il panico. Infatti esso parlava della presenza di umani alati, soprannominati “Vespertilio-homo” o uomini-pipistrelli, sulla superficie lunare.  In poco tempo, la notizia non ci mise molto a fare il giro del mondo.

Oltre che una delle bufale astronomiche più importanti della storia, “The Great Moon Hoax of 1835“, come venne chiamata, è anche un formidabile affresco di ciò che accade quando i media non esercitano la loro responsabilità giornalistica nel verificare l’accuratezza delle storie, o addirittura si impegnano di proposito a divulgare notizie false, alimentando la credulità delle persone.

Il giornalista ed editore inglese Richard Adams Locke alla fine ammise di essere l’autore della serie, giustificandosi dicendo che l’intento originale era quello di una satira.

Ma, come spesso accade, la realtà aveva rapidamente preso il posto della fantascienza nella mente credulona di un pubblico ancora poco informato dall’abbondanza di scienza fruibile gratuitamente.

Non che al giorno d’oggi la cosa sia migliorata…

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