In orbita attorno a una stella vicina, esiste un esopianeta, recentemente scoperto, che è coperto di vulcani.
Il pianeta in questione ha un raggio simile alla Terra, pari a 1,03 volte, una massa di 0,9 masse terrestri e una temperatura compresa tra 27 e 127 gradi Celsius. Il pianeta orbita attorno a LP 791-18 una piccola nana rossa, molto più piccola e meno luminosa del nostro Sole, a circa 86 anni luce di distanza nella costellazione meridionale del Cratere.
Ha un periodo orbitale di soli 2,8 giorni e si trova sul bordo interno della zona abitabile, la distanza da una stella in cui l’acqua liquida può esistere sulla superficie di un pianeta.
Il lato notturno di questo pianeta rimane sempre in ombra, e quello diurno sempre in luce. In questo modo, i cicli termici consentono plausibilmente la condensazione dell’acqua. Il lato diurno tipicamente sarebbe probabilmente troppo caldo per l’esistenza di acqua liquida in superficie ma data l’attività vulcanica che si sospetta verificarsi in tutto il pianeta, c’è la possibilità che esso possieda un’atmosfera e questo potrebbe consentire all’acqua di condensarsi sul lato notturno.
Il nome di questo pianeta, che rientra nella categoria eso-terre, è LP 791-18d. La particolarità di questo nuovo mondo: potrebbe essere soggetto ad esplosioni vulcaniche con la stessa frequenza della luna di Giove Io, il corpo vulcanicamente più attivo del Sistema solare.
Gli astronomi erano già a conoscenza di altri due mondi nel sistema planetario della stella LP 791-18, denominati LP 791-18 b e c. Il primo, il pianeta più interno, è circa il 20% più grande della Terra e gira intorno alla stella in poco meno di un giorno. Il secondo, il più esterno, è circa 2,5 volte più grande della Terra ha una massa pari a 7 volte la sua e ha un periodo di rivoluzione di circa 5 giorni.
A ogni orbita, i pianeti LP 791-18 d e c passano molto vicini l’uno all’altro e ogni passaggio ravvicinato del più massiccio LP 791-18c produce forze mareali su LP 791-18d che rendono la sua orbita molto ellittica e deformano anche il pianeta.
Tali deformazioni possono creare abbastanza attrito interno per riscaldare l’interno del pianeta e produrre attività vulcanica sulla sua superficie. Un processo analogo si ha per Giove e alcune delle sue lune.
La scoperta, effettuata utilizzando i dati del telescopio TESS della NASA e del telescopio spaziale Spitzer in pensione, nonché una serie di osservatori terrestri, è un grosso passo in avanti nella ricerca di vita al di fuori del Sistema solare. Il prossimo passo sarà osservare il sistema usando il telescopio spaziale Webb per scandagliare a fondo la sua atmosfera.