Trovata la meteorite di San Valentino!

by Walter Riva

Dopo il ritrovamento della meteorite Cavezzo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020 (https://bfcspace.com/2020/01/05/trovata-la-meteorite-di-capodanno/), i calcoli eseguiti dagli esperti della rete Prisma hanno fatto nuovamente centro, stavolta indicando nella zona Nord di Matera quella della possibile caduta della meteorite di San Valentino.

Lo scorso 14 febbraio, infatti, verso le sette di sera, un luminoso bolide era stato osservato da numerosi testimoni solcare il cielo della Puglia e della Basilicata da nord-est, fra i quali tre “occhi” elettronici delle camere di Castellana Grotte, Tricase e Vasto appartenenti alla rete Prisma, un network di una sessantina di camere sparse sul territorio italiano (http://www.prisma.inaf.it/index.php/2023/02/14/il-bolide-di-san-valentino/). 

Un progetto di ricerca e di citizen science coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e sostenuto con convinzione da Fondazione CRT.

La zona di ricerca

Grazie a queste informazioni, già nel pomeriggio di mercoledì 15 febbraio era stato possibile tracciare lo strewn field, cioè l’area di possibile caduta al suolo di frammenti del corpo celeste progenitore. 

Cercare a Nord di Matera”, avevano indicato gli esperti di Prisma Albino Carbognani (INAF-OAS) e Dario Barghini (INAF-OATo).

Lo strewn field calcolato sulla base delle segnalazioni ricevute e dei dati delle camere Prisma. Crediti: PRISMA/INAF

Subito era scattato l’avviso ai mezzi di comunicazione e alla popolazione locale ed ecco che lo stesso giorno, sul balcone dell’abitazione dei genitori di Gianfranco e Pino Losignore, fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci (periferia nord del capoluogo della Basilicata), alcuni sassi hanno attirato l’attenzione dei due fratelli. Anche perché gli anziani genitori avevano udito un forte botto la sera precedente proveniente dall’esterno.

Il materiale recuperato

Finora sono stati trovati oltre 70 grammi in 12 frammenti principali e decine di frammenti più piccoli. La meteorite, secondo i calcoli di Prisma, è caduta verticalmente al suolo con una velocità di circa 300 km/h e in effetti nell’impatto ha scheggiato una piastrella del balcone che corre lungo il perimetro dell’abitazione e un pannello solare situato sul tetto.

La piastrella della balconata scheggiata dall’impatto della meteorite.
Il pannello solare danneggiato dall’impatto con un frammento di meteorite (Crediti: PRISMA/INAF)

I frammenti sono stati consegnati stamani, sabato 18 febbraio, nelle mani del dott. Carmelo Falco, rappresentante del Project Office della rete Prisma e associato Inaf, subito accorso in loco per coordinare le ricerche.

Che adesso continueranno con nuovo vigore, irrobustito dal ritrovamento, alla ricerca di altri eventuali campioni sopravvissuti all’attraversamento dell’atmosfera (lo stesso Carmelo Falco ne ha già rinvenuto un altro paio nelle vicinanze dell’impatto). Nel mentre, il materiale già recuperato verrà presto sottoposto ad analisi particolareggiate per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche utili alla classificazione della meteorite appena ritrovata.

Le meteoriti, infatti, hanno attraversato quasi inalterate i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del Sistema Solare e ritrovarne una appena caduta come quella rinvenuta a Matera aiuta moltissimo gli scienziati a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa. Il secondo ritrovamento in pochi anni di meteoriti “fresche” è una spettacolare conferma dell’efficacia della rete Prisma nel reperire questo materiale così prezioso per la scienza.

Chi fosse interessato a collaborare alla continuazione delle ricerche può mettersi in contatto con Carmelo Falco al 391 7959891

I frammenti più piccoli (Crediti:PRISMA/INAF)

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