Siamo soli nell’universo?

È partito un nuovo progetto NASA di citizen science attiva con finalità SETI

L'antenna del Green Bank, il più grande radiotelescopio al Mondo (diametro 100m) completamente orientabile (CC0).

In quest’Universo così immenso ci sono altri esseri intelligenti? È una delle domande che tutti quanti ci siamo fatti e non c’è ancora una risposta. La scoperta di un’intelligenza aliena sarebbe l’evento storico notevolmente più importante per l’umanità poiché trasformerebbe nel profondo la percezione del suo posto nel cosmo. I migliaia di esopianeti confermati, autorizzano la ricerca poiché anche le stime più pessimistiche stimano in milioni i potenziali pianeti abitabili nella nostra sola Galassia. Tuttavia, se non cerchiamo con determinazione, non avremo mai la risposta se su qualcuno di essi sia fiorita una civiltà tecnologica almeno pari alla nostra.

Firme biologiche e tecnologiche

La ricerca di altri viventi nell’Universo è condotta cercando prove di firme biologiche oppure tecnofirme. Una firma biologica è qualsiasi sostanza o fenomeno che fornisca prove scientifiche dirette o indirette della presenza di vita. Una tecnofirma è invece qualsiasi prova che denunci l’attività di una forma di vita evoluta e tecnologica per via diretta (manufatti di qualsiasi tipo) oppure indiretta, come eventuali comunicazioni utilizzando lo spettro elettromagnetico.

L’uso di onde radio ha indiscussi vantaggi rispetto alla ricerca di biofirme. Ad esempio è meno dispendiosa e può operare in un raggio enormemente più ampio rispetto a quanto possa fare l’osservazione ottica-infrarossa per via spettroscopica. È anche meno ambigua poiché un segnale radio di natura artificiale è ben riconoscibile rispetto alle firme chimiche. I segnali radio possono inoltre trasportare informazioni con ripercussioni profonde sulla stessa civiltà.

L’UCLA SETI

La ricerca di firme tecnologiche utilizza il Green Bank Telescope (GBT) da 100 metri, il più grande telescopio completamente orientabile sulla Terra. Lo strumento è in grado di captare trasmettitori della classe Arecibo entro 420 anni luce dalla Terra e quelli 1000 volte più efficaci situati entro 13.000 anni luce dalla Terra in banda L (1,1–1,9 GHz) che comprende la linea di emissione radio a 1.420 Mhz (λ=21 cm) dell’idrogeno neutro (HI).

Ogni ora di osservazione produce circa 5 milioni di segnali a banda stretta di cui il 99,8% riconducibili a interferenze terrestri e immediatamente rigettati. Ciò nonostante, ogni ora di osservazione vengono captati ben 10.000 segnali promettenti entro cui potrebbe celarsi l’agognato segnale di una firma tecnologica extraterrestre.  

La home page del nuovo progetto di citizen science “Are we alone in the Universe?” su Zooniverse.

Il nuovo progetto

Il 14 febbraio 2023 è partito un nuovo progetto NASA di citizen science con finalità SETI, cioè cercare prove di firme tecnologiche attribuibili a intelligenze extraterresti attraverso segnali radio.  Con “Are We Alone In the Universe?”, l’UCLA SETI punta all’analisi dettagliata dei segnali più promettenti. Il set iniziale di dati è costituito da 20.000 segnali in blocchi da 7.500, ma il programma prevede di arrivare processarne 100.000. UCLA SETI è sensibile ai segnali emessi a migliaia di anni luce di distanza, consentendo il campionamento di un’ampia sezione della Via Lattea.  Su oltre 42.000 stelle sinora campionate, il programma ha rilevato circa 64 milioni di candidati.

Il progetto di citizen science mira invece ad addestrare gli algoritmi d’intelligenza artificiale nel riconoscere le interferenze più subdole, quelle non rigettate nella prima scrematura. È in quei segnali che va pure cercata la firma di una civiltà aliena, come radiofari o potenti trasmissioni modulate. Per tale classificazione è sostenuta la collaborazione dei volontari per riconoscere il tipo di segnale.

La semplice e intuitiva finestra di classificazione.

Il compito dei volontari

Come si può comprendere, il controllo dei singoli segnali sarebbe un lavoro immane per un piccolo gruppo di ricercatori e l’analisi andrebbe avanti per moltissimi anni. Migliaia di volontari possono invece riuscirci in breve tempo, contribuendo nel frattempo a migliorare gli algoritmi di riconoscimento.

L’addestramento di un algoritmo di apprendimento automatico, per migliorare la classificazione dei segnali candidati come interferenze o extraterrestri, richiede un set di addestramento etichettato. Are We Alone In the Universe? è ideato per aiutare a generare tale set di formazione etichettato.

Parte della ricca collezione di segnali con funzione di guida per i volontari. Cliccando sulle immagini compare una esaustiva spiegazione.

Finanziamenti pubblici e privati

Are We Alone In the Universe? Ha visto coinvolti prima studenti dottorandi e diversi appassionati di SETI. Costoro, circa 200, hanno volontariamente testato la piattaforma prima del beta test di Zooniverse che ospita il progetto, sostenuto da generosi finanziatori privati, per due anni dalla Planetary Society e per uno dal NASA Citizen Science Seed Funding Program. Il progetto ha pure ottenuto una sovvenzione della NASA per tre anni dall’Exoplanet Research Program destinata a uno studente impegnato nel programma.

Per partecipare non è necessaria alcuna formazione o istruzione particolare. Dopo aver visionato un semplice tutorial, il volontario deve solo indicare a quale classe appartiene il segnale visto nell’immagine. Al pari di altri progetti è possibile interagire con i promotori e discutere con altri partecipanti.

https://www.zooniverse.org/projects/ucla-seti-group/are-we-alone-in-the-universe

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.