3 GENNAIO: (14) IRENE IN OPPOSIZIONE
Nella prima parte del mese il pianetino (14) Irene risulta sufficientemente luminoso per poter essere seguito con l’aiuto di un binocolo. In opposizione al Sole il giorno 3, quando raggiunge la magnitudine visuale +9,6, (14) Irene è rintracciabile nella costellazione dei Gemelli, alcuni gradi a nord della stella Epsilon Geminorum (3 mag.). All’inizio del mese si trova 1° a nord della coppia di stelle 39 e 40 Geminorum (6 mag.), ma in virtù del suo moto retrogrado, l’asteroide si sposta in direzione di Kappa Aurigae (mag. +4,3).
Degno di nota il transito di (14) Irene, tra il 16 e il 22 gennaio, nella zona delimitata dalle stelle di 25 e 28 Geminorum, 53 e 54 Aurigae (5 e 6 mag.) sul confine tra le due costellazioni.
3 GENNAIO: LUNA E VENERE DI SERA
Al termine del crepuscolo serale, attorno alle 18:30 TC, una ventina di gradi sopra l’orizzonte sud-occidentale, spicca la luminosa presenza di Venere, che la sera del 3 viene affiancata dalla falce crescente della Luna.
La reciproca congiunzione tra i due astri si è verificata poco dopo la scomparsa del Sole, ma la distanza che li separa diminuisce fino alle 19:40, un’ora prima della loro discesa sotto l’orizzonte, con il nostro satellite naturale che nel frattempo si è portato 1°,6 a “sinistra” del pianeta, che raggiugerà la massima elongazione orientale di 47°,2 dal Sole il 10 gennaio.
3/4 GENNAIO: MASSIMO DELLE QUADRANTIDI
Il 3 gennaio raggiunge il massimo di attività lo sciame meteorico delle Quadrantidi, il cui radiante (circumpolare) risulta sufficientemente alto sull’orizzonte solo nella seconda parte della notte. Lo sciame mostra un’attività annuale relativamente stabile, con valori dello Zhr attorno a 80.
Quest’anno il massimo dovrebbe cadere nelle ore pomeridiane, sfavorendo gli osservatori europei che potranno comunque ammirare lo sciame in condizioni ottimali nelle ore che precedono l’alba del giorno 4.
Le Quadrantidi sono comunque attive per tutta la prima decade del mese e in passato si sono osservate numerose meteore particolarmente luminose nei giorni che seguono il massimo.
4 GENNAIO: LA LUNA OCCULTA SATURNO E 83 AQUARII
La sera del giorno 4 è possibile seguire un’occultazione di grande interesse: la falce crescente della Luna, illuminata per il 25%, occulta Saturno, di magnitudine +1,1; l’occultazione è visibile da gran parte del Paese, tranne che da una frazione della Sicilia e della Calabria, dove per alcune zone è radente.
Quasi contemporaneamente viene occultata anche la stella 83 Aquarii, di magnitudine +5,5, individuabile 17’ a nord-ovest del pianeta inanellato. La scomparsa di Saturno si verifica sul lembo lunare oscuro tra le 18:31 (AO) e le 19:02 (LE), mentre la riapparizione da dietro il bordo illuminato dal Sole avviene tra le 19:21 (LE) e le 19:35 (TS) di Tempo Civile.
10 GENNAIO: LA LUNA IN TRANSITO NELLE PLEIADI
La mattina del 10, tra le 02:00 e le 05:30 TC, la Luna gibbosa crescente attraversa le Pleiadi, producendo una serie di occultazioni. Il primo evento osservabile, visibile solo dalle estreme regioni meridionali e dalle isole, inizia alle 02:54 (CA) con la scomparsa di 17 Tauri dietro il lembo lunare oscuro, seguito, dopo circa mezz’ora, dalla riapparizione sul bordo illuminato dal Sole.
Visibili da tutta Italia le occultazioni di 23 e 24 Tauri (mag. +4,1 e +6,3), mentre l’evento che coinvolge Eta Tauri (mag. +2,9), si verifica a partire dalle 03:45 con la Luna sempre più vicina all’orizzonte nord-occidentale oppure già tramontata per le regioni sud-orientali della Penisola.
10/11 GENNAIO: ALGOL IN ECLISSE
La notte tra il 10 e l’11 è possibile ammirare, nonostante il disturbo di un forte chiarore lunare dovuto alla presenza del nostro satellite naturale nella costellazione del Toro, la stella Beta Persei, prototipo dell’omonima categoria di variabili a eclisse, affievolirsi fino a raggiungere la magnitudine +3,4 per poi tornare lentamente alla magnitudine +2,1. Secondo le effemeridi più aggiornate, il minimo si verifica alle 23:20 del giorno 10, quindi lo splendore di Algol tornerà ad aumentare fino al ritorno al massimo splendore; la durata complessiva di un’eclissi è di circa 8 ore.