La sonda BepiColombo dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ha effettuato il suo terzo incontro ravvicinato con Mercurio. E’ arrivata, martedì 19 giugno alle 21.33 (ora italiana) a un’altezza di circa 236 chilometri, ed è il terzo di sei sorvoli del pianeta previsti da una missione che si sta svolgendo con precisione assoluta.
Il viaggio è ancora lungo e si attendono anche novità importanti per la sua esplorazione del pianeta più vicino al Sole, e già ora, con questo rendez-vous ci ha regalato immagini di grande interesse. Che mettono in risalto la superficie di Mercurio con un ottimo contrasto.
La manovra di fly-by è fondamentale: grazie a essa, la sonda ha superato l’enorme attrazione gravitazionale esercitata dal Sole e si è disposta nelle condizioni necessarie per entrare in orbita attorno a Mercurio nel 2025 (vedi qui il video del fly-by ).
La sonda è frutto della collaborazione dell’Esa con l’agenzia giapponese Jaxa e imbarca quattro strumenti scientifici realizzati in Italia. Si è avvicinata al lato notturno del pianeta e le telecamere di bordo hanno scattato molte foto della superficie, rilasciate poche ore dopo.
Durante il fly-by, BepiColombo è transitata quindi all’ombra di Mercurio. La parte illuminata del pianeta è subentrata nel campo visivo della sonda solo 13 minuti dopo il sorvolo, quando il veicolo spaziale ha raggiunto a una distanza di circa 1840 chilometri.
Sono stati rilevati diversi crateri da impatto, compreso uno con diametro di 218 km al quale è stato assegnato il nome di Manley. Il cratere era noto in precedenza ma non aveva ancora una denominazione. Questa zona sarà interessante da esaminare quando inizierà la missione scientifica della sonda, in quanto potrebbe essere composta dalla prima crosta del pianeta con materiale particolarmente scuro e poco riflettente (forse ricco di carbonio).
La missione entra ora in una delle sue fasi più impegnative: la sonda aumenterà gradualmente l’uso della propulsione elettrica solare per riuscire a ‘frenare’ contro l’intensa attrazione gravitazionale della nostra stella.
Al momento del fly-by BepiColombo ha accelerato fino a 5,4 km al secondo rispetto a Mercurio, grazie all’attrazione gravitazionale del pianeta, e il passaggio ravvicinato ha diminuito la velocità della navicella rispetto al Sole di 0,8 km al secondo e ne ha cambiato la direzione di 2,6 gradi.
Nel corso della fase di crociera diversi strumenti a bordo sono stati attivati e hanno registrato dati. Tra questi, il Mercury Orbiter Radio-science Experiment (More), l’esperimento di radioscienza basato sul trasponditore di bordo in banda Ka (KaT), realizzato da Thales Alenia Space. Per More, la responsabilità scientifica è dell’Università di Roma “La Sapienza”, con il supporto del laboratorio Jpl della Nasa.
La missione prosegue. E in attesa dell’esplorazione vera e propria, per ottenere nuove immagini ravvicinate di Mercurio bisognerà aspettare il 5 settembre 2024.