Foto di Massimo Di Fusco: Stock 23 – Ammasso di Pazmino

by Redazione

Foto di Massimo Di Fusco: Stock 23 – Ammasso di Pazmino

Luogo
Ferrara

date-526
2025-09-25

Telescopio
Konus 200/1000 @950mm, f/4.8

Montatura
Sky-Watcher Eq6r Pro

Camera
Player One Poseidon-C camera @-5 °C

Filtri
Optolong L-Ultimate e L-Quad Enhance

Pose
L-Ultimate 518×300″, L-Quad Enhance filter 134×180″

Elaborazione
APP, PixInsight, PS

Message
Stock 23 (conosciuto anche come Ammasso di Pazmino) è un ammasso aperto luminoso e di medie-grandi dimensioni (15-29′) nella costellazione della Giraffa, nonostante una linea di confine di Cassiopea attraversa proprio il centro di questo ammasso. Stock 23 è immerso in una debole regione H-II (Sh2-202) e in numerose nebulose oscure LDN e contiene circa 60-70 stelle, alcune delle quali giganti blu e rosse.
Nel numero di marzo 1978 della rivista Sky & Telescope, nell’articolo “Deep-Sky Wonders”, Walter Scott Houston fece riferimento alla “scoperta” di questo ammasso, che non compariva in nessun catalogo o carta stellare dell’epoca, da parte di un astronomo dilettante, John Pazmino. Stock aveva fatto riferimento a questo ammasso nel 1950, chiamandolo successivamente Stock 23, ma fu dimenticato finché Pazmino non lo “riscoprì”, diventando dal 1978 l’obiettivo di osservazione di molti astronomi amatoriali.
Studi fotometrici suggeriscono che Stock 23 sia semplicemente una formazione casuale e non un ammasso aperto tradizionale. Si tratta di un ammasso piuttosto sparso e spopolato, la cui natura di oggetto a sé stante è stato oggetto di discussione.
La sua distanza è stata stimata in alcuni studi intorno ai 1240 anni luce. Va notato, tuttavia, che in uno studio incentrato su questa associazione, tra le stelle considerate appartenenti ad essa, figura Camelopardalis OB1 HD 20134, la cui distanza stimata è di circa 2600 anni luce. Gli studi fotometrici effettuati sulle stelle di questo oggetto, tuttavia, fanno pensare che si tratti più di un asterismo, le cui componenti non sarebbero quindi fisicamente collegate tra loro ma si troverebbero a distanze diverse. Da notare che alla distanza di 2600 anni luce si estende la regione H II Sh2-202, che conferisce l’aspetto rossastro a questa porzione di cielo.

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