Il lancio del nuovo equipaggio, formato da due americani, un russo e un giapponese destinati alla Stazione Spaziale Internazionale, è stato interrotto all’ultimo istante, a “meno 1 minuto e 7 secondi”. Quando tutto sembrava pronto per il lancio di ieri, e il cielo sull’Atlantico, oltre la rampa 39 A era azzurro e terso, improvvisamente si sono presentate delle nubi dal colore molto scuro e quindi cariche di pioggia, nonché di elettricità statica. Tipica situazione per non lanciare. Si ritenterà quindi oggi, sempre attorno alle 18, ora italiana.
E’ una situazione che ha ricordato un celebre lancio lunare del 31 gennaio 1971, quello dell’Apollo 14, il cui conto alla rovescia fu fermato a “meno 8 minuti”. Ma quella missione era destinata alla Luna, e aveva quindi una “finestra” di lancio molto stretta per via delle posizioni rispettive della Luna e della Terra: quindi si preferì attendere il passaggio del temporale e lanciare comunque dopo 40 minuti di stop, altrimenti il lancio doveva essere rinviato di un mese, con grosse ripercussioni tecniche e di costi. Ora invece, con una missione in orbita terrestre, è possibile rinviare di 24 ore e tentare oggi: “quando il meteo sarà decisamente più favorevole. La sicurezza sempre al primo posto” – come ha sottolineato uno dei responsabili della missione Crew 11 di Nasa e SpaceX alla stampa poco dopo il rinvio.
Il lancio della Crew Dragon “Endeavour” per la missione 11 alla ISS, con il solito razzo Falcon 9, vede protagonista l’astronauta Zena Cardman, che al suo debutto spaziale è al comando della navicella. Al suo fianco il pilota, veterano al quarto volo spaziale, Mike Fincke, affiancato sugli avveniristici sedili dell’astronave, dagli specialisti di missione Kimiya Yui dell’Agenzia Spaziale Giapponese, e Oleg Platonov dell’agenzia spaziale russa Roscosmos. Il primo stadio del razzo Falcon 9 è lo stesso che aveva lanciato la missione Axiom 4 con quattro astronauti lo scorso 25 giugno, a conferma della riusabilità ormai continua dei razzi della compagnia di Musk. Il lancio della Crew-11 era previsto per la prima metà di agosto, ma è stato anticipato per consentire una manovra critica di rilancio della ISS, che verrà eseguita da un Cargo Dragon di SpaceX nell’ambito della prossima missione di rifornimento della stazione CRS-33: è il primo Cargo Dragon dotato di hardware di correzione dell’altitudine progettato per mantenere l’orbita della stazione spaziale e segnerà un ulteriore passo avanti negli sforzi di NASA e SpaceX per sviluppare un veicolo statunitense che deorbita la Stazione, fino a farla cadere in moduli separati negli strati atmosferici al termine del suo ciclo di vita, ovvero verso la fine del 2030. ISS che tra l’altro si prepara ad un anniversario importante: il prossimo 2 novembre, saranno 25 anni sin da quando ospitò, sui pochi moduli all’epoca inviati in orbita, il primo equipaggio.
“Non vedo l’ora. Finora avevo solo immaginato, e per anni, di come sarà lassù. Ma non ho idea di come mi farà stare, tutti i giorni, e per mesi sulla Stazione Spaziale” – ha detto Zena Cardman.
Per lei l’ora tanto attesa è arrivata. E’ al suo primo volo spaziale, e fa parte del più recente Team di astronauti selezionati dalla NASA nel 2020. Ed è un esordio di prestigio per un’astronauta novellino, addirittura con il ruolo di comandante della missione Crew 11, dopo che aveva ceduto forzatamente il suo posto su una navicella Crew Dragon, per consentire ai due astronauti della navicella Starliner, bloccati per nove mesi in orbita, di rientrare sulla Terra. Non solo: Zena era entrata a far parte di quel ristretto gruppo di donne astronauta candidate al primo sbarco sulla Luna del Programma Artemis. Ma il meteo di ieri ha giocato un brutto scherzo, con il Falcon ormai pronto ad accendere i suoi 9 motori Merlin, e l’attesa di Zena si prolungherà di altre 24 ore.
