Per essere stato il primo test in volo, lo si può considerare un successo.
Il razzo “New Glenn”, della compagnia Blue Origin di Bezos, è un vettore alto 98 metri.
Altezza quindi comparabile a quella del super razzo sovietico N-1, che avrebbe dovuto
portare i cosmonauti sulla Luna negli anni 60 e 70.
A differenza del razzo New Shepard, utilizzato sino ad oggi per inviare una capsula con
sei occupanti “turisti” ad una quota balistica quasi spaziale (80 chilometri), il New
Glenn lanciato il 15 gennaio dalla piattaforma 36 di Cape Canaveral (quella da cui
partirono per decenni i mitici razzi Atlas-Centaur con le sonde destinate a viaggiare nel
Sistema solare), è quello che i turisti li dovrà portare in orbita.
Naturalmente con un addestramento diverso rispetto al “su e giù” effettuato col New
Shepard; il razzo partito per la prima volta spinto dai 7 potenti motori a metano e
ossigeno liquidi del primo stadio, porta inevitabilmente a sollecitudini maggiori al lancio
e poi porterà turisti che non dovranno solo toccare lo spazio con un dito per due minuti,
ma restare in orbita per giorni.
L’obiettivo non è solo questo: il razzo fa concorrenza totale non solo a Musk, ma anche
ai razzi di Lockheed Martin per portare in orbita ogni tipo di satellite sia civile che per
conto del Dipartimento della Difesa; potendo collocare in orbita terrestre 45 tonnellate e
7 in orbita lunare, potrà inviare sonde verso la Luna e parti di stazioni spaziali in orbita
attorno alla Terra.
Il test del primo New Glenn, che porta il nome di John Glenn, il primo americano ad
entrare in orbita terrestre nel 1962, è stato un successo, nonostante la manovra di
recupero del primo stadio sia andata male (doveva tornare a terra come fanno i razzi di
SpaceX) e lo stadio del razzo è quasi certamente esploso durante la fase di rientro. Ma
era solo il primo test, e il prossimo lancio, già programmato per il prossimo marzo,
prevede di lanciare un carico utile e naturalmente di fare rientrare al suolo,
automaticamente, il primo stadio.
Un successo quasi totale per il New Glenn di Blue Origin
Un successo quasi totale per il New Glenn di Blue Origin
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