Il 19 settembre l’asteroide 2024 ON con un diametro di circa 290 metri ha “sfiorato” il nostro pianeta a una distanza inferiore a 1 milione di chilometri, ossia 2,6 volte la distanza media dalla Luna. L’oggetto era già noto al Virtual Telescope Project, che aveva immortalato l’asteroide il 9 settembre, quando viaggiava a circa 40mila chilometri orari.
A causa delle sue dimensioni, qualora 2024 ON entrasse in rotta di collisione con la Terra, la roccia spaziale non potrebbe essere completamente distrutta dalla forza di attrito scatenanta dal contatto con l’atmosfera, riuscendo ad arrivare a contatto con il suolo e provocando danni considerevoli. Pertanto, l’asteroide viene fatto rientrare nella classificazione di “oggetto potenzialmente pericoloso“, anche se gli esperti assicurano che non vi sia alcun rischio di collisione con la Terra sulla sua traiettoria attuale.
Un altro asteroide, il 2024 PT5, farà il suo ingresso nell’orbita terrestre alla fine del mese, diventando una sorta di “mini luna” temporanea. Con un diametro di soli 10 metri, questo piccolo asteroide orbiterà attorno alla Terra dal 29 settembre al 25 novembre, offrendosi alle osservazioni della la comunità scientifica.
Il solito Apophis
E non finisce qui. Uno studio dell’Università di Western Ontario solleva preoccupazioni sulla traiettoria dell’asteroide Apophis, soprannominato il “Dio della Distruzione”, che si avvicinerà alla Terra nel 2029. La ricerca suggerisce che collisioni con altri corpi celesti più piccoli potrebbero potenzialmente alterare il percorso di Apophis, aumentando il rischio di un impatto con il nostro pianeta. Apophis è un asteroide delle dimensioni dell’Empire State Building e passerà a soli 30.600 chilometri dalla Terra il 13 aprile 2029: l’ evento sarà visibile a occhio nudo. Le attuali previsioni indicano che Apophis non rappresenta una minaccia immediata ma lo studio canadese ipotizza scenari in cui il percorso di Apophis potrebbe essere alterato. Un impatto casuale nel 2029 con un altro asteroide di 3 metri di diametro potrebbe mettere Apophis su una rotta di collisione con la Terra. Lo studio ha inoltre calcolato che un asteroide di soli 60 centimetri di diametro, colpendo Apophis nella giusta direzione, potrebbe metterlo su una rotta di collisione con la Terra dopo il 2029.
Nonostante le basse probabilità, l’impatto potenziale di Apophis sulla Terra sarebbe catastrofico. Si stima che un impatto potrebbe rilasciare un’energia equivalente a più di 1000 megatoni di TNT, paragonabile alla detonazione di decine di armi nucleari. La devastazione si estenderebbe per centinaia di chilometri, potenzialmente causando milioni di vittime .
Prevenzione armata
Nel frattempo non ce ne stiamo con le mani in mano. La NASA ha già testato con successo nel 2022 la tecnologia di deviazione degli asteroidi con la missione Dart (Double Asteroid Redirection Test), anche se l’applicazione di tali tecnologie a un asteroide delle dimensioni di Apophis rimane inesplorata.
Pechino sta pensando, in caso di bisogno, a bombardare l’asteroide Bennu che punta la Terra a oggi con la probabilità su 2700 di colpire il nostro pianeta (vedi la news pubblicata a questo link) . Pechino pensa di lanciargli contro 23 razzi. Colpendo la Terra, Bennu provocherebbe un rilascio di energia di circa 1200 megatoni.
Tuttavia qualcuno riesce a farla franca. Lo scorso maggio, nella notte fra il 18 e il 19, un meteorite ha sorvolato i cieli nel nord del Portogallo illuminando il cielo con un lampo blu verso la mezzanotte. Diverse persone hanno assistito all’evento e hanno filmato il fenomeno con i loro smartphone.
Spettacoli senza danni
Spostandoci verso est , come gli astronomi avevano previsto, il piccolo asteroide 2024 RW1, scoperto di recente, il 4 settembre è esploso entrando nell’atmosfera nel nord delle Filippine a una velocità di circa 20,8 chilometri al secondo, come riporta il sito della International Meteor Organization (IMO). Una palla di fuoco ha illuminato il cielo del Paese asiatico poco dopo la mezzanotte e il lampo è stato avvistato in diversi punti della regione. Diverse immagini e video sono stati condivisi sulle piattaforme di social media. Stavolta ci è andata bene, visto che l’asteroide, che misurava circa 1 metro, si è disintegrato sopra l’isola di Luzon senza rappresentare alcun pericolo per la popolazione.
Mi viene sempre un brivido quando osservo i crateri lunari che testimoniano altrettanti impatti. La Luna è tutta un cratere e questa craterizzazione è in gran parte provocata dalla pioggia di asteroidi e meteoriti di varia grandezza che affollavano il Sistema solare ai tempi della formazione dei pianeti. I pianeti con poca o senza atmosfera, come la Luna, Mercurio, Marte, hanno conservato intatte le cicatrici causate dagli impatti. Nel caso della Luna, i crateri risalgono a un periodo che gli studiosi collocano attorno a 4 miliardi di anni fa, quando la pioggia di asteroidi e meteoriti era più intensa.
Ancora oggi le meteoriti continuano a cadere sulla Luna e sulla Terra bruciando nell’atmosfera, ma a un ritmo enormemente più basso. In ogni caso siamo ancora dei bersagli perciò non nascondete il casco in cantina, potrebbe servire …