ADDIO A WILLIAM ANDERS

Fece lo “scatto” storico dell’alba della Terra dalla Luna

by Antonio Lo Campo

“Vuoi sapere chi ha scattato quella foto? Dai, scrivi che l’abbiamo scattata tutti e tre. Copyright: Borman, Lovell, Anders. Anzi, scrivi prima Anders … strizzando l’occhio”. E ci fece capire, William Anders nel 1998, in occasione del trentennale della sua leggendaria missione su Apollo 8, chi fu il vero autore degli scatti, su quella navicella, il 24 dicembre 1968. William Anders, il pilota navigatore di quella storica Apollo 8, è deceduto ieri, 7 giugno, all’età di 90 anni. E quella foto chiamata “Earthrise” (Alba della terra, ancora oggi resta iconica, dopo 56 anni. E’ la storia e le straordinarie imprese dell’Apollo, che ancora oggi restano attuali, con una immagine spesso riproposta per far capire la bellezza e anche la fragilità del nostro pianeta: “infatti fu un regalo per l’umanità – disse Anders – Anche per far riflettere sui problemi del nostro pianeta. Che c’erano già all’epoca. Era il 1968, non dimentichiamolo …”.

La riscoperta della Terra

Ma le immagini di quella palla, che dall’oblò del modulo di comando dell’astronave sembrava una palla da tennis bianca e azzurra, e che scattate grazie agli sguardi “esterni” del comandante Borman, non furono certo l’unico obiettivo di una missione come l’Apollo 8, la prima a inviare uomini verso la Luna. Non si sbarcava ancora, era il primo volo: “Avevamo 70 probabilità su cento di farcela e ritornare a casa” – ricorda l’ex astronauta, deceduto ieri a causa della sua vecchia “passionaccia” per il volo, che questa volta lo ha tradito . Era alla guida di un Beechcraft T-34 Mentor, quando in Italia erano le 20,40 (le 11, 40 ora locale) il velivolo di Anders è precipitato in mare vicino a Roche Harbor, nello Stato di Washington. Non si sa ancora se per cause tecniche o per un improvviso malore dell’ex astronauta. Statunitense, ma nato in Cina, a Hong Kong, il 17 ottobre 1933.

Super pilota e astronauta Nasa dal 1963

William Anders fu selezionato dalla Nasa nel 1963 con il terzo gruppo di astronauti. Un team di 14 piloti provenienti da Air Force, Us Navy e collaudatori civili, che avrebbero fatto la storia dell’astronautica. Tra loro, anche Buzz Aldrin e Mike Collins, destinati al primo sbarco lunare, e le cui storie si intrecciano poi con quelle di Anders.

Era laureato in fisica nucleare, e la sua passione per il volo lo portò subito a diventare ufficiale e poi pilota della Us Air Force, pilotando diversi tipi di caccia, di giorno, di notte e in ogni condizione meteorologica. Fu uno dei primi astronauti a pilotare il LLTV, una sorta di “ragno meccanico” monoposto, che serviva per simulare gli allunaggi. Nel frattempo, viene chiamato ad affiancare gli astronauti più esperti dei primi due gruppi, e nel 1966 si addestra come pilota, al fianco del comandante Neil Armstrong, come riserva per la missione Gemini 11. Fece ancora da cap-com da Houston per l’ultima Gemini, la 12, e poi passò, come tutti gli astronauti Nasa, al Programma Apollo.

File source: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tripulacao_Apollo_8.jpg

Apollo 9? No, Apollo 8

Il programma lunare, inizialmente, prevedeva una serie di missioni partendo da Apollo 1. Le prime due in orbita terrestre. Se andavano bene, l’Apollo 3 sarebbe saettato verso la Luna, o comunque una missione a grande distanza dalla Terra, con a bordo Anders, per il suo debutto spaziale, e i veterani Frank Borman e Mike Collins. Ma l’incendio sulla rampa che nel gennaio 1967 uccise i tre dell’Apollo 1 durante il test di conteggio alla rovescia, fa riprogrammare il tutto. E così, dal 1968 la prima in orbita terrestre sarà Apollo 7, poi Apollo 8 dovrà collaudare il modulo lunare attorno alla Terra, e Apollo 9 con Anders e i suoi colleghi farà un volo in orbita lunare. Ma i sovietici preoccupano. Due giganteschi razzi, chiaramente destinati a viaggi lunari, vengono fotografati alla base di Bajkonur dai satelliti spia. E una capsula russa Zond, del tutto simile a una Sojuz e con a bordo animali, viaggia verso la Luna e vi fa ritorno. Così, con un’operazione rischiosa, i responsabili Nasa decidono di anticipare il profilo di missione per Apollo 9 ad Apollo 8 . E il 21 dicembre 1968, il gigantesco razzo Saturn V viene lanciato per la prima volta con uomini a bordo. Ed è solo il terzo lancio del gigante realizzato dall’equipe di Werner von Braun. A bordo, Borman e Anders sono in compagnia di James Lovell, che nel frattempo sostituì Mike Collins, reduce da una brutta caduta e lesione della spina dorsale. Una missione leggendaria e piena di magia, con l’astronave che entra in orbita lunare nella notte di Natale del 1968, e con Borman che legge alcuni passi della Bibbia e della Genesi.

 Apollo 11 e il dopo Luna

La missione fu un successo strepitoso, con ammaraggio spettacolare avvenuto di notte, alle primissime luci dell’alba. L’America poteva festeggiare questo grande primato, dopo essere stata battuta per undici anni dai successi sovietici. Ma non c’era tempo per le feste. E già dopo due settimane, Anders verrà nominato nell’equipaggio di riserva dell’altra missione destinata a fare la storia: l’Apollo 11, quella del primo sbarco. Lui però è riserva del suo amico Collins, destinato non a sbarcare ma ad orbitare attorno alla Luna. Come riserva dell’Apollo 11 sarebbe stato destinato a ritornare verso la Luna con Apollo 13, ma sempre in orbita lunare. Fu la drammatica missione comandata dal suo compagno di missione su Apollo 8, Jim Lovell. Poi conclusasi con il recupero degli astronauti. E infatti in Apollo 13 si preferì poi inserire uno dei più giovani astronauti ancora senza esperienze di missioni precedenti, Ken Mattingly. E così sempre nel 1969, Anders, che non vide all’orizzonte un qualcosa di più grande rispetto a ciò che aveva già realizzato, lasciò la Nasa

 Voluto da Nixon

E fu subito nominato dal presidente Richard Nixon a far parte di un collegio di consulenza incaricato di sviluppare moduli per la ricerca, lo sviluppo, la programmazione e l’esecuzione di sistemi aerei e per il volo nello spazio. Nel 1973 Anders venne nominato a far parte della Commissione per l’energia atomica, composta da cinque membri; gli venne assegnato l’incarico di responsabile per l’energia nucleare e non nucleare.

Passò all’industria in seguito, diventando direttore del reparto di prodotti nucleare della General Electric Company in San Jose, California. All’inizio dell’anno 1980 passò nuovamente al campo dell’aviazione, e poi per altre aziende importanti, sempre in campo aerospaziale.

 I 24 “lunauti”

Dei 24 astronauti che hanno compiuto il viaggio Terra-Luna solo 6 sono rimasti in vita: Jim Lovell, che a 96 anni ancora resiste e così il suo compagno a bordo di Apollo 13, Fred Haise (91 anni), e poi Buzz Aldrin (Apollo 11), David Scott (Apollo 15), Charles Duke (Apollo 16) e Harrison Schmitt (Apollo 17). Proprio l’equipaggio Apollo che più di tutti andò vicino alla morte (il 13) a tutt’oggi è l’unico che può ancora vantare in vita due astronauti su tre, Lovell e Haise (Swigert morì giovane, a 51 anni nel 1982).

Anders ha poi fondato l’Heritage Flight Museum a Washington nel 1996 con sua moglie Valerie, dedicato agli aerei storici e agli artefatti militari donati dai veterani. La coppia si era trasferita alle isole San Juan nel 1993. Il senatore dell’Arizona Mark Kelly, anche lui ex astronauta della Nasa, ha reso omaggio ad Anders dicendo che la sua foto “Earthrise” ha “per sempre cambiato la nostra prospettiva del pianeta e di noi stessi”, ispirando generazioni di astronauti ed esploratori.

Bill Anders e Valerie sono genitori di 6 figli, quattro maschi (Alan, Glen, Gregory ed Eric) e due femmine (Gayle e Diana), nati tra il 1957 e il 1972.

 

 

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