Il fantasma ha preso lo spirito della Luna

POPOLI ANTICHI IN OCEANIA E NELLE AMERICHE ERANO FORSE IN GRADO DI PREVEDERE LE ECLISSI

Colombo prevede un'eclissi lunare per ingannare il popolo Taíno e convincerlo a fornire al suo equipaggio cibo e provviste. Crediti: Astronomie Populaire (1879) di Camille Flammarion, tramite Wikimedia

Il 25 marzo 2024 si è verificata debole eclissi lunare, visibile al tramonto dall’Australia e dall’Asia orientale, all’alba dall’Africa occidentale e dall’Europa, e per gran parte della notte dalle Americhe. Fra pochi giorni, l’8 aprile, un’eclissi solare totale sarà visibile da tutto il Nord America.

Oggi le eclissi sono fenomeni noti e molto ben compresi, ma andando indietro nel tempo, erano avvenimenti misteriosi e i detentori del sapere potevano veramente far la differenza e prevalere sulle persone ignoranti.

Per esempio, 520 anni fa avvenne un fatto curioso, che vede al centro, proprio la previsione di un’eclissi, che fu utilizzata per sfruttare una popolazione indigena.

Cristoforo Colombo e l’eclissi

Nel giugno del 1503, durante il suo quarto viaggio nelle Americhe, l’esploratore Cristoforo Colombo e il suo equipaggio restarono bloccati in Giamaica e vennero salvati dagli indigeni Taíno, che diedero loro cibo e provviste.

Ma con il passare dei mesi la loro permanenza cominciò a generare tensioni, tanto che l’equipaggio di Colombo minacciò l’ammutinamento. Il popolo Taíno, dal canto suo, era frustrato dal fatto che la loro estrema ospitalità era stata decisamente mal ripagata.

Colombo, tuttavia, che era un navigatore colto e furbo, consultò un almanacco astronomico e scoprì che era prevista per il 29 febbraio 1504 un’eclissi lunare. Approfittando di questa conoscenza, ammonì i Taíno, minacciando di usare i suoi poteri per trasformare la Luna di un rosso intenso, “infiammata di ira”, nel caso che si fossero rifiutati di fornire provviste.

Secondo le cronache, il trucco ebbe effetto e i Taíno continuarono a rifornire il suo equipaggio fino a quando i soccorsi arrivarono mesi dopo. Quello che Colombo non sapeva è che questo incidente ispirò negli anni successivi l’idea della “conveniente eclissi”, che è diventata un tropo familiare in alcune opere come A Connecticut Yankee in King Arthur’s Court di Mark Twain o Le avventure di Tintin (1949). Ma il racconto pervenuto è veritiero?

Forse i popoli indigeni sapevano sulle eclissi più di quanto immaginiamo noi. In un racconto intitolato El Eclipse (1972), dello scrittore honduregno Augusto Monterroso, si narra di un prete spagnolo, catturato dai Maya in Guatemala, che viene scelto come vittima sacrificale. Il prete cerca di sfruttare le sue conoscenze, dicendo che quel giorno si verificherà un’eclissi solare per ingannare i suoi rapitori, ma viene snobbato dai Maya e, due ore dopo, incontra il suo destino sull’altare durante l’eclissi totale. Mentre il Sole si oscura e il sangue del sacerdote viene versato, un astronomo Maya recita le date di tutte le imminenti eclissi, solari e lunari.

Una testimonianza dall’Oceania

Nello Stretto di Torres, in Oceania, la conoscenza delle stelle era un tema centrale, sia per cultura che per identità. Per tradizione, alcuni eletti venivano iniziati alla conoscenza delle stelle spendevano anni di intenso insegnamento in un luogo segreto di apprendimento superiore chiamato kwod. Dopo questo periodo, essi sarebbero divenuti Zugubau Mabaig, un termine isolano che significa “uomo delle stelle“. In pratica, un astronomo.

Questi individui prestavano molta attenzione a tutte le cose celesti e tenevano costantemente d’occhio le stelle per informare i loro Buai, i parenti, su quando piantare e raccogliere gli ortaggi, cacciare e pescare, viaggiare e tenere cerimonie.

La fase finale dell’iniziazione di Zugubau Mabaig doveva coincidere con un raro evento celeste, durante la quale essi dovevano prendere la testa di un nemico, in particolare di uno stregone, per assorbirne la magia. Non era insolito, quindi, assistere a incursioni a caccia di teste immediatamente dopo un’eclissi lunare totale, ben visibile a causa della particolare tonalità che il nostro satellite acquisisce durante tali fenomeni.

Durante l’eclisse le comunità eseguivano una cerimonia in cui i ballerini indossavano uno speciale copricapo chiamato dhari, mentre cantavano i nomi di tutte le isole circostanti. La cerimonia, chiamata Merlpal Maru Pathanu, tradotto come “il fantasma ha preso lo spirito della Luna“, veniva pianificata con largo anticipo dallo Zugubau Mabaig.

Sappiamo che le culture antiche, tra cui quella cinese e quella babilonese, possedevano la capacità di prevedere le eclissi, cosa piuttosto difficile da fare. Come è riuscito a realizzarlo lo Zugubau Mabaig?

Essi sapevano che le eclissi lunari si verificano solo durante la Luna piena e le eclissi solari durante la Luna nuova. Inoltre, conoscevano bene le “stagioni delle eclissi”, ovvero i periodi in cui i piani della Terra, della Luna e del Sole si intersecano per formare un’eclissi e sapevano che accade due volte l’anno e che ogni stagione dura circa 35 giorni e si ripete sei mesi dopo.

Sembra anche che conoscessero il ciclo di Saros, che predice le eclissi sapendo che si ripetono ogni 223 mesi lunari (circa 18 anni e 11,3 giorni).

Questo ci svela che i popoli indigeni sapevano prevedere le eclissi, ribaltando la visione comune della storia della scienza.

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